È lotta per il potere. Gianfranco Amato annuncia lo scioglimento del comitato rivale a loro insaputa


Prosegue senza sosta la corsa al potere da parte delle diverse fazioni dell'integralismo cattolico, tra insulti e accuse reciproche volte a cercare di screditare l'altra parte al fine di accaparrarsi un qualche voto in più. In un ping-pong di accuse reciproche, questa volta a lanciare la palla è quel Gianfranco Amato che ha collezionato decine di patrocini da parte della Lega. Dalla sua pagina Facebook, quale segretario del patito omofobo di Mario Adinolfi, afferma:

Il "comitato" (quello apartitico, apolitico) ha fatto tutto questo trambusto per uno strapuntino. Concesso nel partito che ha annunciato giusto una settimana fa la candidatura di Giulia Bongiorno. Lo danno al "comitato" lo strapuntino, per riequilibrare un po' il tiro. Hanno mezzo partito favorevole all'eutanasia, hanno tutti votato per il divorzio breve, con la Bongiorno fanno guidare le liste "in diverse circoscrizioni" a una che ha esultato per le unioni gay, fatto le conferenze stampa insieme a Paola Concia per la legge Scalfarotto, combattuto con Emma Bonino per cancellare per referendum la legge 40, per poi usufruire dell'eterologa che la legge 40 vietava per programmare a 44 anni un bel bimbo senza diritto al padre, una Nichi Vendola al femminile insomma. Gandolfini con Scienza&VIta si batteva giustamente per difenderla la legge 40. A proposito, Massimo, ti ricordi quando osavi accusare il Popolo della Famiglia di essere contro la Chiesa e il Papa? Ora ti stai accordando per uno strapuntino nel partito il cui leader Matteo Salvini dichiara ogni settimana con parole di fuoco contro Francesco e si è fatto fare la t-shirt con il Papa raffigurato come l'urlo di Munch e la fin troppo chiara frase: "Il mio Papa è Benedetto". Ma per la poltroncina la fedeltà al Papa si può tradire, giusto Massimo?

Interessante è osservare come Amato attacchi Salvini per la sua posizione contro la richiesta di accoglienza del pontefice, anche se poi è lui stesso a chiedere le medesime politiche di esclusione per i migranti e un fermo divieto al riconoscimento di diritti civili ai bambini nati in Italia da parte di genitori stranieri. E nonostante Amato si proclami più "puro" degli altri nella sua corsa per una poltrona, da queste righe emerge in tutta chiarezza come il fine ultimo del "family day" fosse un mero tentativo di sfruttare l'odio omofobo come mezzo di proporzione per le proprie mire di potere.

Tragicomico è come Amato decida anche di riservare sai suoi ex-alleati il medesimo trattamento che in questi hanno ha riservato ai gay, confezionando delle teorie da lui decide che si preoccupa di cercare di inserire a forza nella bocca di chi non le ha mai pronunciate. Il tutto spingendosi sino a decretare in maniera unilaterale lo scioglimento del concorrente elettorale:

In realtà siamo felici che le cose si siano chiarite ed esattamente nella direzione che abbiamo avuto gioco facile ad evidenziare per tutti i ventiquattro mesi di vita del Popolo della Famiglia. Disturbavamo il progetto personale di uno e ora il progetto si realizza. Nell'ambiguità, nel compromesso, nel cedimento sui valori. Per piazzarne uno nella Lega il "comitato" (quello apolitico, apartitico) di fatto annuncia il suo scioglimento. Veniteci a dire di nuovo che siete neutrali, che appoggiate i valori, che volete solo fare "lobby": vi siete fatti manovrare dagli interessi di uno solo, caro Massimo e spero che un pochino ti rimorda la coscienza. Quell'atteggiamento paternalista del "senza macchia" ora è macchiato per sempre: ti sei seduto a tavolino con chi insulta il Papa, con chi candida capolista i tifosi della legge Cirinnà e ti sei venduto tutto per una poltroncina non per te (un neurochirurgo di fama guadagna il doppio di un parlamentare, me lo spiegasti tu quando ti chiesi di fondarlo tu il Popolo della Famiglia) ma per il tuo "vice". Un inutile strapuntino, che non servirà a nulla se non a fare la foglia di fico in un partito sempre più evidentemente lontano dai principi non negoziabili.

Interessante è come il signor Amato si dica certo che lui, quale cattolico più cattolico tra i cattolici, sa guardare bene la pagliuzza nell'occhio del fratello e sa elargire giudizi di condanna attraverso semplificazioni basate sul condannare chi non odia i gay tanto quanto lui.  La sua teoria è che chi non sputa in faccia al prossimo dev'essere considerato in errore, magari cercando pure di sostenere che lui sia dalla parte del Papa anche se, come mostra la sua politica sull'immigrazione, pare che del parere pontificio non gliene importi un bel nulla  ameno che non si tratti di un qualche discorso da poter manipolare a vantaggio della propria ideologia.

Gli insulti proseguono:

Per demolire il Pdf ne avete insultato il presidente oltre ogni ritegno, il "divorziato risposato a Las Vegas". Immagino Massimo che a Salvini non hai chiesto il pedigree matrimoniale, lì va tutto bene, come non lo chiederai della capolista Giulia Bongiorno. Farai fare al "vice" le foto di rito e vai con la campagna elettorale quella del "comitato" apolitico e apartitico, vai a spiegare che bisogna votare Giulia Bongiorno, a fare campagna pure per lei, anzi per tutti tranne che per il Popolo della Famiglia.

Offeso dinnanzi al mancato appoggio per la sua candidatura, pare che l'integralista non abbia particolare idea di cosa dovrebbe essere la fraternità cristiana a fronte di insulti così violenti volti a punire chi osa avere opinioni diverse dalle sue. Tutto questo dopo aver passato mesi a presentarsi con il cappello in mani dinnanzi ai leghisti per elemosinare un qualche patrocinio che gli possa permettere di raccontare ai presenti che lui combatterebbe contro un fantomatico "pensiero unico" che negherebbe la libertà di pensiero. Evidentemente la sua , non certo quella degli altri. Ed ancora:

Il Popolo della Famiglia è in battaglia e non tollererà altri attacchi, non da chi ha perso ogni titolo morale a farne, ogni presunta "superiorità". Ci sarà uno scontro nelle urne e sarà uno scontro maschio. Il "comitato" non osi più proporsi come super partes. Leggo un ipocrita comunicato di Gandolfini in cui ancora prova a dire che loro "contaminano" i partiti. No, ne sono stati contaminati. E con lo strapuntino ottenuto si chiarisce la logica. Il Comitato difendiamo i nostri figli si è risolto in Comitato elettorale per Simone Pillon nella Lega Nord. Il CDNF non opera di fatto nel paese da un anno, non c'è neanche lo straccio di una sua iniziativa nazionale negli ultimi sei mesi.

Interessate è come si usino sempre termini bellici, in un ossessivo tentativo di sostenere che gli altri debbano essere visti come nemici da abbattere e non certo come persone con cui dialogare. Un tono classico di ogni totalitarismo, in quella loro crociata che pretende di limitare la libertà altrui attraverso l'imposizione del loro pensiero unico.
Il proclamo si conclude asserendo: «Quel che c'era da dire è stato detto. Che ora, almeno, si vergognino un po'.».
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