Libero sostiene che i gay conieranno una loro moneta basata su un'app per incontri


In un surreale articolo pubblicato da Libero, il quotidiano di destra pare aver ricamato molto sul fatto che un semplice calcolo finanziario mostra chiaramente come il fatturato derivante dal lavoro delle persone lgbt costituirebbe la quarta potenza economica mondiale, motivo per cui è surreale che alcuni paesi vogliano ignorare la loro esistenza.
Ma con toni assai più complottisti, il quotidiano di destra titola: "Ora i gay si fanno la loro moneta: Noi quarta economia mondiale". Nel sottotitolo rincarano la dose, asserendo pure: "Pronto il lancio sul mercato di un milione di dollari da trasformare in criptomoneta: così si tutelano gli interessi della «nazione» omosessuale".

Nell'articolo a firma di Maurizio Stefanini, raccontano che l'idea sarebbe di Christof Wittig, da loro descritto come un «tedesco di origine, residente nella statunitense Silicon Valley, e presidente di una Fondazione che è stata lanciata a Hong Kong il 12 gennaio per rappresentare e dare una criptomoneta al mondo gay. O meglio, al mondo Lgbt, qual è il nome ufficiale della Lgbt Foundation. Anche se ormai nell'inglese politically correct quella sigla è ormai considerata superata, da coloro che preferiscono parlare in modo ancora più ecumenico di Lgbti: aggiungendo a lesbiche, gay, bisessuali e transessuali anche gli intersessuali».
Se l'impressione è che l'autore fosse intenzionato a scrivere l'inciso più lungo della storia in un evidente tentativo di polemizzare sull'esistenza dei gay, aberrante è come butti dentro il nome di associazioni a caso nel tentativo di confondere le già confuse menti dei loro lettori.
Secondo la teoria illustrata da Libero, quell'economia si baserebbe su un'app per incontri. Il giornalista racconta infatti che «qualche vendita privata è già stata fatta, ma è dalle prossime settimane che la Fondazione lancerà una Ico (Initial Coin Offering), concludendo accordi con i soci che aderiranno a questa forma di pagamento. A quel punto interverrà la Hornet, che con i suoi 25 milioni di utenti è la seconda rete sociale gay del mondo. E metterà a disposizione un “salvadanaio” virtuale per effettuare i pagamenti».

Dato che probabilmente il lettore di destra che compra Libero non ha le competenze per poter comprendere ciò che il loro quotidiano gli sta dicendo, forse è attraverso alcune immagini che si potrà cercare di far capire loro di che cosa si stia veramente parlando. Quello che Libero indica come una economia di cui bisognerebbe aver paura se eterosessuali è un qualcosa che dicono pure si baserebbe su questa app di incontri, non dissimile da quel Tinder che alcuni dei loro lettori useranno per cercare ragazze nei paraggi:



Sempre cercando di creare divisione e paura, Stefanini scrive pure che «da ricordare che negli Stati Uniti esiste addirittura una Camera di Commercio per Lgbti: The NationalGay & Lesbian Chamber of Commerce (Nglcc). Fu fondata nel novembre del 2002, e sostiene che solo il tipo di business da esso direttamente certificato come gay friendly genererebbe oltre 33mila nuovi posto di lavoro l’anno unicamente negli Stati Uniti. Dichiara di rappresentare oltre 1,4milioni di "Lgbti proprietari di imprese,
innovatori, creatori di lavoro, contribuenti e fornitori di servizi essenziali al Paese".
Quindi, stando a quanto scrivono, pare evidente non sia una vera camera di commercio ma un'associazione che opera nel mercato finanziario per coordinare le attività gay friendly e per premiare le aziende che non discriminano.
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