Indagata la leghista promossa da Filippo Savarese. Diffuse la bufala di un «siero iniettato ai bambini per renderli gay»


La procura ha chiuso le indagini sulla leghista che sui social network ha diffamato l'assessora Elisa Serafini diffondendo una fake-news al limite del patetico. Su un gruppo Google e davanti a svariati testimoni, asserì che: «Su Youtube gira un video in cui si vede la Serafini iniettare a dei bambini un siero per farli diventare gay».
Ovviamente la folle diceria era stata messa in giro nelle settimane precedenti il voto per le comunali di giugno, peraltro da parte di un’alleata politica che evidentemente ambiva a quella poltrona. La settantenne Giuliana L. era una delle candidate per la Lega Nord per il IV municipio della Media Valbisagno (anche se poi non è stata eletta).
Ora Giuliana L. andrà a processo dopo che i suoi tentativi di chiudere la vicenda con un risarcimento non sono state accolte. Il ricavato del risarcimento chiesto dalla Serafini verrà devoluto alla realizzazione di una casa di accoglienza per giovani omosessuali in fuga da famiglie omofobe.
A mostrarci la matrice ideologica di quel l'aggressione è come la signora Giuliana L. risulti appartenere all'associazione “Generazione famiglia” di Filippo Savarese (l'ex Manif pour tous) che sull'omofobia basa il suo intero fatturato. Inoltre il suo nome compariva, alla vigilia del voto, in un manifesto di "Generazione famiglia" all'interno della lista di candidati suggeriti da Massimo Gandolfini. Accanto alla sua firma c'erano anche quelle del futuro assessore al bilancio Pietro Picciocchi, della consigliera regionale Lilli Lauro, della consigliera del medio levante Tiziana Notarnicola e di altri esponenti del centro destra genovese e del gruppo omofobo di Mario Adinolfi.
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