La Nuova Zelanda chiede scusa per la criminalizzazione e persecuzione dei gay


Ci sono voluti anni, ma finalmente anche la Nuova Zelanda ha deciso di scusarsi ufficialmente con i gay per le persecuzioni e gli arresti effettuati negli anni passati in virtù del loro orientamento sessuale.
Due anni fa ebbe inizio una raccolta firme volta a chiedere la cancellazione dalla fedina penale dei "reati" di omosessualità ed ora il parlamento ha deciso di dar seguito alla quella richiesta, anche se il danno subito non verrà risarcito dato che ministro della Giustizia, Andrew Little, ha riferito al parlamento che tal risarcimento sarebbe stato «troppo difficile» da sostenere.
Durante il dibattito parlamentare, il ministro delle finanze Grant Robinson ha ricordato come «l'illegalità nei confronti dell'omosessualità, gli arresti e la paura di quel accadeva non solo ha rovinato centinaia di vite: ha ucciso persone. Centinaia o forse migliaia di vite sono andate perse perché gli uomini non potevano sopportare la vergogna, lo stigma, il dolore causato da questo Parlamento e il modo in cui la società li considerava criminali. È per tutto questo che dobbiamo scusarci, come governo e come Parlamento, per quegli uomini che sono ancora vivi, per quelli che sono morti e per le loro famiglie».
La Nuova Zelanda ha criminalizzato l'omosessualità sino al 1986. Nel 1993 ha approvato una legge contro l'omofobia, nel 2004 le unioni civili, nel 2007 l'adozione per le coppie formate da persone dello stesso sesso e nel 2013 il matrimonio egualitario.
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