I gruppi omofobi si appellano a Fontana per sostenere che l'omofobia non esiste


Il ministro Fontana continua ad eccitare le lobby omofobe, pronte e citarlo quale giustificazione ad ogni loro più perversa forma d'odio. Legittimati da un ministro che nega l'esistenza delle famiglie gay, i seguaci adinolfiniani nominano il suo nome per sostenere che l'omofobia non esita. L'asserzione si basterebbe sul loro sostenere che gli altri non hanno diritti e che sia lecito sostenere che loro debbano essere ritenuti migliori degli altri in virtù do cosa fanno nel loro letto. Da qui il loro sostenere che il razzismo sia lecito, che l'omofobia sia un diritto e che la sottomissione femminile sia il volere delle donne.
Nulla di nuovo per un partitino che si è presentato alle elezioni al grido di: prima vengo io.

In quel crescendo di violenza verbale che viene legittimata dalle istituzioni, è l'adinolfiniano Giuseppe Focone a scrivere:



Ad applaudire al tweet troviamo solo adinolfiniani, nazionalisti e personaggi che corredato il loro nome con il nut dei cristiani perseguitati mentre invocano la persecuzione altrui.
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