Provita si fa promotrice di nuove preghiere, penitenze e digiuni contro i Pride. A Trento ci sarà un rosario anti-gay nella chiesa del Santissimo
Pare proprio che il fondamentalismo cattolico ci abbia preso gusto nello sfruttare la preghiera come strumento di offesa. Dopo i rosari anti-gay organizzati da Mario Adinolfi con la complicità dei frati cappuccini di Bergamo, ecco che l'organizzazione forzanovista Provita Onlus lo ha seguito a ruota nella sponsorizzazione di quelle che loro definiscono «iniziative di riparazione» contro i Pride.
Nonostante Toni Brandi ami farsi fotografare con in mano dei rosari e nonostante giustifichi nel nome di Dio la discriminazione che la sua organizzazione promuove a danno di varie minoranze, è in un insulto all'intelligenza umana che nell'articolo sostiene li si debba ritenere una realtà «aconfessionale e non ecclesiale». Buffo per un'organizzazione che investe ingenti somme in un camion vela con cui ringraziare il cardinale Caffarra della sua benedizione al fondamentalismo antigay, criticando un papa che si preoccupa del messaggio d'amore predicato da Gesù e non di condannare l'esistenza dei gay così come loro vorrebbero. È questo il motivo per cui lo accusano di promuovere «dottrine ambigue e persino direttamente contrarie all'insegnamento di Cristo e ai precetti della legge naturale». Poi dicono di essere «aconfessionali».
Parte così il circo con la promozione di chi usa la religione come mezzo di offesa, promuovendo quel fantomatico "comitato San Filippo Neri" che a Roma pregherà contro i partecipanti al corteo per i diritti civili. Riguardo alla blasfema iniziativa scrivono:
Il 9 giugno, in concomitanza col gay pride, a Roma, il Comitato San Filippo Neri organizza non un evento politico, non una “contromanifestazione”, ma un atto liturgico, una pubblica preghiera. Il Comitato S. Filippo Neri non ha alcuna velleità politica, sono infatti vietati tutti i simboli politici in quanto inopportuni e incompatibili con una pubblica preghiera.
Il Comitato – come da sempre la Chiesa – ritiene che qualunque persona con tendenze omosessuali può essere accolta e amata e invitata a vivere cristianamente nella comunità eclesiale, esattamente come qualunque altro membro della Santa Chiesa. Come fece Gesù, che accolse l’adultera, la salvò dalla lapidazione, ma le disse “Va’ e non peccare più”.
Sostenuto che il peccato sia l'amore e non l'odio che anima la sua nera anima in uno sfruttamento del pregiudizio come mezzo di promozione dell'ultra-destra (sarà un caso che il suo caporedattore sia il figlio del leader di Forza Nuova?), si passa a promuovere le preghiere contro il Dolomiti Pride di Trento:
L’iniziativa di riparazione al Gay Pride che si svolgerà a Trento è invece animata da alcuni fratelli e sorelle che, in coscienza, hanno deciso di offrire preghiere e penitenze per la conversione delle anime. La proposta è quella di dire, proprio il 9 giugno, il Santo Rosario con questa intenzione e di offrire il digiuno.
Per chi lo volesse, presso la chiesa del Santissimo a Trento (che ogni giorno è aperta fino alle 24 e offre la possibilità, a chi lo desidera, di partecipare all’Adorazione) un Santo Rosario con anche queste intenzioni sarà recitato comunitariamente alle ore 21 – 22 – 23.
Inoltre, è stata proposta una serata penitenziale di riparazione che si terrà giovedì 14 giugno sempre al Santissimo, ove saranno presenti sacerdoti per il sacramento della riconciliazione: se si vuole cambiare il mondo, infatti, occorre partire da se stessi.
In calce all'articolo c'è un banner pubblicitario con cui l'organizzazione chiede gli si destini il 5 per mille in modo da garantire finanziamenti pubblici a chi promuove preghiere e rosari contro i gay. Un atto che non è solo blasfemo, ma è un evidente tentativo di abusare del sentimento religioso quale strumento per indottrinare all'odio i propri proseliti, di fatto tentando di convincerli che l'omofobia debba essere ritenuto il volere di Dio. È quanto sostiene che l'Isis quando lapida a morte le donne o quando getta i gay dai tetti dei palazzi.
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Nella foto: una pubblicità pagata da Provita e da un'altra organizzazione riconducibile sempre a Toni Brandi e a Grianfranco Amato che mostrano l'ipocrisia del loro dichiararsi «aconfessionali».