Regione Veneto approva il finanziamento pubblico ai gruppi omofobi: «Le unioni tra gay sono come unioni tra animali. Dobbiamo togliergli la reversibilità»


A 23 anni di distanza dalla vergognosa Mozione 336 in cui il Comune di Verona decretò che le persone lgbt dovessero essere ritenute «non gradite», «contro natura» e «pericolose» per la società, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la mozione 340 prevede l’appoggio della Regione a «quanti si battono in difesa della famiglia naturale» ed «efficaci politiche di sostegno alla natalità».
Ovviamente il termine «naturale» viene reinterpretato con l'accezione ideologica creata da Massimo Gandolfini, volta a sostenere che «naturale» sia sinonimo di eterosessuale e che inneggi ad un Adinlfi che ha sottomesso due moglie o un Salvini che ha avuto figli mediante adulterio prima di iniziare a collezionare fidanzate. A Gandolfini interessa solo che non sia data dignità alle famiglie gay, poi se gli etero vanne a prostitute o con minorenni per lui va bene uguale.
A farsi promotore di tale ideologia è Giovanna Negro (Veneto del Fare – Flavio Tosi – Allenza per il Veneto), primo firmatario della vergognosa mozione che tenta di cancellare le unioni civili per sancire la presunta supremazia dell'eterosessualità. A lui va attribuito il seguente testo:

PREMESSO CHE:
- i Padri Costituenti, nella redazione dell’articolo 29 della Carta, hanno stabilito che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” definendo chiaramente i contenuti e la valenza di tale primario istituto;
- purtroppo assistiamo quotidianamente alla messa in discussione di questo principio. L’azione distruttoria di questo articolo portata avanti da certi ambienti politici e sociali ha, ormai da tempo, subito una forte accelerazione, anche per effetto della cosiddetta Legge Cirinnà. Sul tema si vivono ormai, di continuo, paradossi come per esempio attaccare brutalmente una madre perché allatta con discrezione il suo bambino o il tentativo di abolire le feste della Mamma o del Papà;
CONSIDERATO che non è assolutamente messo in discussione il rispetto che si deve alla persona, qualsiasi sia il suo orientamento sessuale e/o di credo, ma va sostenuto e promosso il ruolo di protezione della famiglia, vero e unico porto sicuro, specialmente in momenti di particolari difficoltà economiche e sociali come quelle che sta vivendo il Veneto e l’Italia tutta;
RILEVATO che le previsioni di calo demografico che si prospettano per il Paese, per il prossimi decenni, richiedono una politica di incentivo alle giovani generazioni a dar vita a nuove famiglie che possano procreare nel segno della continuità;
tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi con provvedimenti ed azioni, soprattutto di carattere programmatorio ed economico, che mirino al sostegno e assistenza delle famiglie naturali, incentivandone la formazione e agevolando le future mamme.

Sostenuto che il ministro leghista Lorenzo Fontana abbia tutte le ragioni di negare l'esistenza delle famiglie gay in difesa delle teorie sull'italica virilità teorizzate Mussolini e specificato che la Lega vede nelle donne degli oggetti adibiti esclusivamente alla produzione di bambini da donare alla padana patria di Salvini, è durante il dibattito in aula che si è assistito ad un vero e proprio circo.
Ad esempio Nicola Ignazio Finco (Liga Veneta – Lega Nord) se n'è uscito dicendo: «Dobbiamo anche essere onesti e dire che nessuno può imporre il suo modello di vita all'interno di questa società, perché penso che oggi nessuno ormai è discriminato. Penso che ognuno è libero di vivere la propria sessualità all'interno della comunità veneta ed italiana. La cosa che più invece fa rabbrividire e sinceramente mi fa anche un po' schifo è vedere le carnevalate che abbiamo visto nell'ultimo fine settimana in quel di Padova. Quello non significa tutelare dei diritti, quello non significa difendere dei principi e dei valori, ma quello significa solamente ostentare un modello di vita, un modello di sessualità, che a mio parere rappresenta tutto fuorché la normalità. Il mondo va avanti perché c'è un uomo ed una donna che decidono di instaurare un rapporto e mettere al mondo dei figli e creare un futuro ad una società».
Non meno patetico è un Nazzareno Gerolimetto (Zaia Presidente) che si augurato che «questo Parlamento metta le mani alla legge Cirinnà, per invertire quella tendenza che si è voluta portare avanti contro tutti e contro tutto, e l'elettorato ha dato il suo responso il 4 marzo. La famiglia è solo quella tra un maschio e una femmina e figli: quella è la famiglia. Le altre sono unioni che a me non fanno né caldo né freddo. I diritti li hanno come qualsiasi individuo: non c'è bisogno di dare ulteriori diritti, e fondiamo tutto sull'amore. Poi va a finire le distorsioni che sono emerse anche in quest'Aula: l'amore tra una persona ed un animale e il gatto. Daremo la pensione di reversibilità anche al gatto allora, se è normale questo. Dobbiamo dare la pensione di reversibilità anche al gatto?».
Alessandro Montagnoli (Liga Nord – Lega Veneta) ha affermato: «Siamo evidentemente di fronte a un passaggio storico culturale. Da chi vede le cose normali come la famiglia fatta di un uomo e una donna - e da qui la mia personale -, ma penso di tanti. L'invito al Ministro Fontana di andare avanti, perché lì ci sia un cambio di passo. C'è chi pensa a una mamma, un papà e un bambino, e chi pensa il numero, genitore 1, genitore 2, sono due mondi diversi e noi siamo ancora quelli normali. Tra l'altro l'anno prossimo a Verona ci sarà la Giornata mondiale della famiglia e mi auguro che questo Consiglio dia il massimo supporto. Per cui, finalmente, abbiamo un Governo chiaro, serio e ribadiamo una cosa che ormai è diventata difficilissima: la normalità».
Fabiano Barbisan si è invece chiesto: «Perché andiamo a perderci sulle disquisizioni di una famiglia tra due persone dello stesso sesso? Non è una famiglia e sono le carnevalate alle quali assistiamo, dove questa gente e si divertirà a fare la carnevalata: cosa volete che vi dica? Si divertono? Bene: battiamogli le mani, perché in mezzo a tante difficoltà economiche, in mezzo a tante problematiche c'è ancora chi si diverte e sono questi che non sono la famiglia».

In nome di Massimiliano Fedriga e della lega di Matteo Salvini, da domani i gay veneti dovranno pagare i propri detrattori e dovranno finanziare la ttività che Massimi Gandoflkni metterà i nb campo in attacc9o alle loro vite. Pare di essere dunque tornati a quanto i nazisti chiedevano agli ebrei di pagare il biglietto del treno che li avrebbe portatoi ad Auschwitz

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