L'Onu contro il ddl Pillon: è contro le famiglie e i bambini

Il ddl Pillon «introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere, e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezioni». È quanto sostiene l'Onu in una lettera inviata al Governo Italiano.
Le Nazioni Unite denunciano anche che il decreto sarebbe «in contrasto con la Convenzione di Istanbul, ratificata dall'Italia il 10 Settembre 2013» e, in merito all'introduzione obbligatoria della figura del mediatore familiare, «non fornisce alcuna indicazione su quali siano gli strumenti, modalità e procedure a disposizione del mediatore per prevenire o risolvere situazioni di violenza presente in una coppia/famiglia, sollevando preoccupazioni che tale mediatore non sarebbe necessariamente competente a gestire situazioni di pericolo reale per l'integrità fisica delle persone coinvolte».
Denunciano come «sarà richiesto che il bambino, anche se vittima di violenza, veda/incontri il genitore violento o maltrattante come previsto dal testo, secondo il quale al bambino deve essere garantita una doppia genitorialità». Inoltre «l'articolo 14 del ddl rende impossibile per le vittime di violenza, che siano genitore o figlio, fuggire dal luogo in cui si è verificata la violenza per trovare protezione e sicurezza».
Le relatrici concludono la lettera chiedendo «una risposta entro 60 giorni» in modo da includerla in una rapporto al Consiglio per i diritti umani «per le sue considerazioni».


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