Quel disagio che i leghisti tramutano in odio


Crescono gli immigrati e diminuiscono i crimini. Come osserva Milena Gabanelli, tanto basterebbe a sfatare l'associazione con cui i partiti populisti tentano di accomunare le due cose.
Ma più interessante è come la Gabanelli riconosca che esista un disagio quando i portici e i marciapiedi si riempiono di stranieri a cui una legge leghista vieta di poter lavorare, perlopiù a causa di un'assenza di gestione dell'immigrazione. In considerazione di come c'è chi tramutate quel disagio in paura, appare evidente che non è certo aumentando i disagi che la situazione potrà migliorare.
Cos'ha mai fatto Salvini per migliorare l'integrazione? Nulla. Per lui il disagio è come una gallina dalle uova d'oro. Per questo ha distrutto le loro case ed ha chiuso i centri di accoglienza per assicurarsi di mettere quelle persone nella condizione di arrecare maggior disagio, forte di come sia una legge leghista ad impedire loro di poter lavorare.
E anche la sua strategia propagandistica non cambia mai. Ciclicamente sbatte sul suo profilo social un qualche reato commesso da uno straniero, si mette a sbraitare "all'emergenza" e sprona i suoi proseliti al razzismo. Eppure i numeri dicono che Salvini abbia fatto molto peggio di Minniti e che i rimpatri effettuati siano l'1% di quelli promessi.
Secondo i dati del, Viminale dal primo gennaio ci sono stati solo 2143 rimpatri con una media di 19 persone al giorno, contro i 20 di Minniti nel 2017. È il dato peggiore degli ultimi tre anni e a quel ritmo Salvini impiegherà quasi un secolo a raggiungere i numeri promessi. Quindi non solo se la prende con i più deboli e con gli innocenti, ma la sua retorica pare inefficace soprattutto nei caso in cui il rimpatrio sarebbe doveroso.
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