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Milano apre una casa di accoglienza per le vittime di omofobia in famiglia

Se il fondamentalismo organizzato sostiene che l'omofobia debba essere ritenuta una «libertà di opinione», ci sarebbe da domandarci in quale girone dantesco una presunta «libertà» potrebbe legittimare dei genitori ad odiare i propri figli al punto da abbandonarli solo perché diversi da come loro li avrebbero voluti.
Eppure l'omofobia in famiglia colpisce numerosi adolescenti, minacciando la loro vita e il loro futuro in nome di un odio conto-natura. In loro aiuto, il Comune di Milano inaugurerà il prossimo 2 luglio Casa Arcobaleno, una struttura riservata ai giovani che hanno subito discriminazioni e violenze in famiglia a causa del loro orientamento sessuale.
Il rifugio sarà situato in zona Forze Armate e potrà ospitare un massimo di tre persone per un tempo massimo compreso tra i 6 e gli 8 mesi, ossia un tempo che possa permettere alle vittime di omofobia di riprendere in mano la propria vita.
L'assessore alle Politiche sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha spiegato che ogni persona avrà un aiuto psicologico e legale oltre ad un educatore presente che si occuperà dei documenti e dell’inserimento. Si offrirà aiuto nella ricerca di un lavoro al fine di garantire un’indipendenza economica che permetta di poter lasciare la struttura.


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