Bologna, gay picchiato a sangue perché indossava abiti ritenuti femminili

Per quanto Mario Adinolfi ami giurare che in Italia non esisterebbe alcun caso di omofobia, la cronaca continua a smentirlo e a rivelarci che l'intolleranza è un problema sempre più pressante. D'altronde viviamo un periodo storico in cui il governo è strenuamente impegnato nella promozione dell'inumanità e in cui la Russia finanzia numerosi gruppi integralisti che si occupano di aizzare e legittimare ogni più perversa forma di intolleranza. E se Jacopo Coghe tenta di convincere i suoi seguaci che la famiglia sarebbe in «pericolo» perché lui sostiene ci sia troppa tolleranza verso chi non condivide la sua ostentata passione per le donne, forse non c'è da stupirsi che qualcuno si senta legittimato a picchiare le persone per strada sulla base di come il senatore leghista Pillon dica che sparare alle persone da cui ci si sente minacciate sia sempre legittimo.
Da Bologna arriva la storia di Giorvanni, un ragazzo di 34 anni che è stato brutalmente picchiato mentre si trovava al Bar l’Incontro lungo la via Emilia, all’altezza di Ozzano. Alcuni uomini l'avevano invitato a sedere al loro tavolo, poi l'hanno improvvisamente aggredito con pugni al volto. Il motivo di tanta violenza è che Giovanni indossava alcuni abiti femminili ed i danni riportati dal giovane hanno richiesto cure ospedaliere.
Nel raccontare i fatti, l'associazione GayLex commenta: «Vi garantiamo che in questo paese NOI siamo dalla parte giusta. Voi omofobi, intolleranti, razzisti, violenti, sarete spazzati via da quel poco di giustizia che rimane».


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