I leghisti: «L'inno con le cubiste? Un inno alla fecondità. Meglio panterone vogliose di cazzo che quelle fecce umane dei froci»


La leghista Giselle è una estremista che trascorre il suo tempo sui social network a rilanciare la propaganda d'odio di Meluzzi, Salvini e CasaPund. Sostiene che i gay siano «dannosi per i bambini» e spergiura che lei non veda problemi se un ministro che preferisce il Papate al Viminale o che si mette a far ballare due cubiste leopardate sulle note dell'inno nazionale.
Ricorrendo a quella costante contrapposizione tra il "noi" e il "loro" su cui si basava anche al propaganda nazifascista, la signora tira in ballo i Gay Pride e dice che lei non veda differenze tra il ruolo di un ministro dell'interno e la libertà d'espressione di una libera cittadina, così come non vede differenze tra una festa in spiaggia e una rivendicazione politica.
Facendo leva sull'odio omofobico che spopola tra i leghisti, la donna e i suoi amichetti ci raccontano che la ragazza sarebbe un inno alla fecondità dato che ha lo sballonzolio delle sue tette potrebbe postare un qualche maschione padano a fare sesso bareback col fine di ingravidarla in onore di quel Salvini che ha accompagnato quell'amplesso con le note dell'inno nazionale. Il tutto tirando in ballo temi come adozioni, diritti civili ed odio politico:





Non manca neppure il solito fenomeno leghista che inneggia all'omofobia Russa, sostenendo che sarebbe giusto arrestare i gay in nome della "famiglia tradizionale" promossa da quel ministro che ha mollato la moglie, ha collezionato fidanzatine, ha avuto figli da varie tizie ed ora si porta a letto una ragazzina che ha la metà dei suoi anni:


A questo è stata ridotta l'Italia... un cumulo di odiatori seriali che idolatrano Salvini per aver sdoganato il ricorso alla calunni, all'insulto e all'odio.
5 commenti