Salvini e il disasto di Zingonia. Il padano non ha debellato lo spaccio, l'ha spostato (e ha lasciato debiti ai proprietari delle case demolite)


Ricordate quando Salvini si fece bello presentandosi con le sue ruspe a demolire le torri di Zingonia?
Nate come parte di un progetto che avrebbe dovuto rappresentare la "città perfetta", portarono ai primi problemi già negli anni '90. Gli agenti immobiliari del tempo cercarono di sfruttare gli immigrati proponendo l’acquisto della casa di proprietà come la conquista della vita, ma omettevano di spiegare che, oltre a coprire le rate del mutuo il loro stipendio, sarebbe dovuto servire anche per pagare spese delle parti comuni. Iniziò il degrado, iniziarono a staccare luce e gas e le torri vennero lasciate nelle mani della criminalità.
Con la scusa di voler "riqualificare" l'area, Salvini le ha fatte espropriare. Poco importa se c'è chi aveva comprato quelle abitazioni o se c'è chi ancora pagava mutui per una casa che il padano gli ha fatto radere al suolo per fini propagandistici.
Il risultato. C'è chi paga un mutuo per una casa che non c'è più, mentre l'attività di spaccio della zona di Zingonia si è semplicemente spostata nei paesi limitrofi, soprattutto a Verdellino.

L'esproprio e la demolizione di quelle case era diventato un vanto elettorale per Salvini, il quale sui presentò tutto eccitato per mostrarsi in diretta mentre urlava ai condomini che lui avrebbe raso al suolo le loro case e che quello era "il modello Zingonia" che sarebbe dovuto essere preso d'esempio da tutte le città leghiste:



Problema risolto dunque? No. C'è chi ha debito a causa sua, ci sono i cittadini di Vedellino che hanno visto precipitare il valore delle loro case e ci sono mamme che ora hanno paura a far uscire i figli di casa. Ma sui canali social del padano di quello non si parla.
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