Il terrorismo di Adinolfi: «Con l'eutanasia uccideranno i disabili che vogliono vivere»


Davanti ad un tema delicato come il fine vita, Mario Adinolfi è tornato a cercare visibilità proponendo una pioggia di putridume infame contro i diritti di soffre. Tra mistificazioni e becero terrorismo, dice che nessuno soffra davvero e che tutti vorrebbero accedere all'eutanasia senza un reale motivo o persino contro la loro volontà.
Sarà, ma chiunque abbia vissuto l'esperienza di un parente che ha vissuto una qualche grave malattia sa molto bene che l'agonia degli ultimi giorni non è più vita, ma Adinolfi preferisce raccontare le sue fantasiose storie mentre deride chi ha rimato una Dat o chi chiede di poter decidere di morire con dignità e senza inutili sofferenze fini a sé stesse. Persino i cani vengono soppressi quando iniziano a soffrire troppo e non esistono cure, ma Adinolfi dice che gli uomini devono essere trattati peggio degli animali.

Tutto ha inizio con la solita invettiva contro Marco Cappato e contro il suo aver rischiato il carcere pur di ottenere il riconoscimento di un diritto garantito dalla nostra Costituzione. Adinolfi si mette a raccontare che in Olanda, Belgio, Canada e Lussemburgo «sono state uccise per via eutanasica almeno 21.612 persone». Se bisognerebbe esaminare le condizioni di ognuna di quelle persone, pare evidente che la frase formulata da Adinolfi miri a sostenere che quelle persone siano «state uccise» e non che siano state lasciate morire secondo la loro volontà, introducendo sin da subito il suo tentativo di spaventare i disinformati
Non meno surreale è come spergiuri che «in almeno la metà dei casi la volontà di morire è stata “supposta” e non certificata da alcun atto formale esattamente come nel caso della sessantaduenne a cui il tribunale di Roma ha detto che si possono togliere alimentazione e idratazione per farla morire di fame e di sete». Ebbene, il fatto che la signora romana sia dovuta morire in sedizione profonda è la conseguenza del divieto all'eutanasia voluto da gente come gente come Adinolfi, così com'è grave che il fondamentalista faccia finta di non sapere che non ha senso accostare malati italiani all'eutanasia dato che in Italia esistono unicamente norme che permettono di essere risparmiati da inutili accanimenti terapeutici. Siamo dunque dinnanzi a chi usa una sua vittima per cercare di mietere altre vittime dando falsa testimonianza.
Passando ai suoi consueti insulti, Adinolfi si lancia pure nell'acciusare chi chiede che i medici siano tenuti a rispettare la volontà dei malati di essere una «associazione di assassini dei più deboli, degli affaticati, degli addolorati, dei depressi e degli oppressi». Inutile a dirsi, è assurdo voler fare rientrare in quelle categorie chi sta soffrendo per mali incurabili. E non va meglio quando inizia a giurare che qualcuno voglia «introdurre nel mondo il criterio della mattanza legale degli improduttivi, che graverebbero troppo come costi sul sistema previdenziale e su quello sanitario».
Sarà, ma non è certo la morfina a gravare sui costi della sanità dato che l'eutanasia arriverebbe sempre e comunque dopo aver provato quelle costosissime cure che in Italia vengono fondamentalmente fornite gratuitamente dal servizio sanitario.Far credere il contrario significa tentare di spaventare gli ignoranti.

In quei voli pindarici che tanto piacciono ad Adinolfi, il fondamentalista inizia a parlare di come lui non vuole che il mercato delle droghe sia tolto alle mafie e di come ogni libertà personale renderebbe tutto lecito secondo quelle sue solite generalizzazioni che ama usare anche contro le famiglie gay o contro quelle donen che non vogliono sottomettersi al maschio come sua moglie:

Suggerisco evidentemente, in linea con questo criterio, di legalizzare anche il pizzo, la gestione di ogni contrabbando anche di armi, l’omicidio su commissione. Sulla prostituzione inutile attardarsi, troveresti strade spianate alla statalizzazione a sinistra come a Pontida.
Io seriamente vorrei capire caro Marco cosa ti muove così ossessivamente verso la morte e ciò che la procura, perché hai voglia a raccontare cazzate, di droga si muore e quando avrai liberalizzato tutto arriveranno come negli USA le mafie a vendere il fentanyl e a provocare duecentomila morti in tre anni. Perché quello che sai bene è che ogni cancello aperto al male fa sprofondare sempre più verso l’inferno.

Esatto, l'inferno. Poteva forse mancare il solito abuso della religione per far credere che imporre al sofferenza ai malati sia il volere di Dio? Chiaramente no, soprattutto se a farlo è quel tizio che ha rubato il simbolo della cristianità perusarlo come titolo di quel suo brutto giornaletto di propaganda d'odio. Ed è così che si passa immediatamente a dare anche falsa testimonianza, con il signor Adinofli che si mette a sbraitare che i malati devono soffrire perché lui non vorrebbe accedere a pratiche a cui nessuno lo obbligherebbe:

noi verremo a contestare con le nostre bandiere del Popolo della Famiglia e con i nostri militanti disabili che vogliono vivere e non morire, non vogliono sentirsi dire che diventano “dignitosi” solo se scelgono di suicidarsi. Continuiamo a credere che quello sconosciuto depresso che sale su un parapetto per buttarsi giù vada convinto a non farlo, non vada spinto di sotto per aiutare la sua “libera autodeterminazione”. E continuiamo a pensare che una società che organizza la sua libertà attorno all’idea di liberamente sballarsi, drogarsi, uccidersi sia una società malata che necessita di una cura.

Sostenere che qualcuno ucciderà i disabili se ad un malato terminale di tumore si impedirà di morire soffocato dalla sua stessa saliva è terrorismo e falsa testimonianza. Un Adinofli che spergiura così impunemente il falso pare testimonianza delle bassezza a cui certe "persone" sono disposte ad arrivare pur di cercare di trarre profitto economico dalla sofferenza altrui.
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