Salvini va da Vespa a dier che la lotteria degli scontrini è una «boiata pazzesca». Peccato l'abbia proposta la Lega


Matteo Salvini non brilla certo per coerenza, ma pare tragicomico si sia presentato nello studio di Bruno Vespa a deridere una proposta di legge che è stata ideata proprio dalla Lega.
In quella sua retorica in cui lui ama auto-proclamarsi un genio mentre insulta e denigra qualunque proposta sia stata avanzata da altri, ha così commentato la lotteria degli scontrini proposta dall'attuale governo: «Posso citare Fantozzi con la Corazzata Potiomkin: è una boiata pazzesca».
Tralasciando come lo spessore culturale della citazione paia dar ragione a quell'oligarca russo che diceva di aver optato per tentare infiltrazioni integraliste nel suo partito «perché ha un livello socioculturale molto basso», il leghista pare essersi dimenticato che quell'idea venne inserita nel 2011 in una proposta di legge di Massimo Bitonci, il quale proponeva una vincita condivisa tra cliente e commerciante.
Dato che ai tempi la Lega non era ancora stata riconvertita nella versione "sovranista" decisa dagli oliarci russi, Bitonci sostenne che fosse tutta colpa dei meridionali e che «a Napoli l’80% degli esercenti non rilasciava lo scontrino e molti non avevano nemmeno il registratore di cassa». Ed è lo stesso fedelissimo di Salvini ad auto-attribuirsi l'idea, sostenendo che Conte gliela abbia rubata: «Conte lancia la lotteria degli scontrini come idea nuova, come misura che cambierà lo stile di vita degli italiani. Dimentica che già nel 2011 presentai, come parlamentare, una proposta di legge e che con gli interventi nel decreto fiscale e nel decreto crescita la lotteria sugli scontrini fiscali è già legge e partirà dal primo gennaio prossimo. Forse a Conte è fuggito tutto ciò perché mentre approvavamo i provvedimenti lui era impegnato con Merkel e Macron a studiare le misure anti-Salvini».
Quindi, ricapitolando, Salvini invita a votare Lega raccontando che le proposte ideate, scritte e sostenute dai leghisti diventerebbero automaticamente una «boiata pazzesca» se lui non può metterci il suo faccione nel cercare di trarne profitto personale in un'ostentazioen del suo disinteresse verso gli interessi dell'Italia e degli italiani.

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