La dialettica del "lui è peggio di me"


Mentre Open si occupa di sbugiardare l'ennesima bufala creata da Il Giornale per gettare fango contro chi si oppone al dominio di quel loro amato leghista che si dichiara molto «sovranista» mentre porta all'estero le sue ricchezze, l'attuale dibattito politico ci pone una semplice domanda: dove vuole andare un'Italia in cui i politici cercano consensi sostenendo che gli altri siano peggiori di loro?
Se si scorre il profilo della Meloni o di Salvini, + facile osservare come la loro dialettica sia costantemente volta a inveire contro le decisioni altrui senza mai fare proposte, magari arrivando pure a rigettare le evidenze sul'uso di bot e finti utenti come macchina di propaganda attraverso presunte inchieste in cui tentano di sostenere che altri farebbero peggio.
Peccato che una comunicazione sana dovrebbe mirare a proporre l'eccellenza, non certo a sostenere che si debba scegliere il meno peggio. Ma l'Italia è ormai questo: una classe dirigente che non si assume le proprie responsabilità e spera che basti sputare addosso al vicino per cancellare la responsabilità di tutto ciò che non si è fatto. È come se si sostenesse che l'elettore non deve volere un politico onesto, deve accontentarsi se il tuo rappresentante sostiene di essere meno ladro nell'altro...
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