Salvini vuole prelevare 30 milioni dalle tasche degli italiani per pagare le sue promesse


Durante il suo comizio televisivo quotidiano, Matteo Slavini ha deviato tutte le domande sulla sua assenza in Senato quando non si è presentato al lavoro per discutere del caso Ilva dato che era troppo impegnato a giocare con i cavalli. Ha ribadito il suo sostener che le capacità genitoriali deriverebbero dall'eterosessualità del genitori come sostiene il suo collaboratore Gandolfini ed ha dichiarato che la senatrice Segre porterebbe sulla sua pelle «i segni degli orrori del fascismo e del comunismo» in quel suo revisionismo storico che mira a negare chi ci fu dietro all'Olocausto. Ma persino i suoi più fedeli proseliti dovrebbero preoccuparsi davanti al leghista che si è fatto sfuggire che intende prelevare dalle tasche degli italiani i soldi con cui finanziare le sue promesse elettorali.
Secondo copione, Salvini si era messo a dire che lui avrebbe fatto una manovra più equa e bella, spergiurando che lui avrebbe elargito trenta miliardi di euro senza aumentare le tasse. E poco importa se la pressione fiscale sia aumentata proprio durante il suo governo o se persino le accise che aveva promesso di togliere hanno subito un'impennata: dato che lui si è tirato fuori dal governo prima di dover gestire i conti delle sue spese, ora può permettersi di fare il gradasso e di giurare che lui avrebbe fatto meglio dato che lui non dovrà fare un bel nulla nulla.
«Ma dove li trova quei soldi?», gli ha chiesto Floris. «Dagli italiani!», ha risposto tutto tronfio il leghista.
Poi dev'essersi reso conto di aver detto qualcosa che non doveva dato che ha tentato di recuperare pubblicando sui suoi canali social una supercazzola che facesse leva sul suo anti-europeismo: «qua occorre dire la verità: occorre andare a Bruxelles a chiedere la possibilità di usare per gli italiani i soldi degli italiani», scrive. Peccato che il debito faccia sì che i soldi degli italiano siano stati già spesi e non è credibile che si possa sostenere che ci si debba indebitare perché tanto saranno i suoi figli a pagarne le conseguenze.
Magari alcuni leghisti non se ne saranno accorti, ma quando Salvini si divertiva a far crescere lo spread con le sue sparate, quelle azioni hanno già aumentato il debito e gli italiani e tutti noi dovremo pagare la sua campagna elettorale. Contrarre ulteriori debiti significherebbe rendere l'Italia un Paese ricattabile e influenzabile da chi potrebbe mandarci in default richiedendo i suoi soldi, magari contribuendo pure alla svendita dell'Italia a Mosca come vorrebbero alcuni leghisti.
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