Nicola Pasqualato attacca Frozen perché invita alla pace anziché difendere i muri


Il fondamentalista Nicola Pasqualato (membro della lobby guidata dal leghista Gianfranco Amato) ha dichiarato guerra al film di Frozen perché ritiene che una trama che invita alla pace tra i popoli sia una minaccia all'ideologia populista. In un articolo intitolato "Frozen II, un film politico, femminista, sincretista, ecologista ed anti-trumpiano", afferma:

L'analisi richiama, a mio avviso, continuamente all'attualità: la diga rappresenta il muro eretto da "nonno" Trump e tutti quei muri, quei confini che l'uomo costruisce per difendere non i propri interessi personali, ma la propria identità. Il messaggio che veicola questo film, in questo caso è quello di rammentare alle nuove generazioni di non credere alle buone intenzioni di chi erige dei limiti perché essi sono sempre frutto del male, a prescindere.
La storia dunque va riscritta crocifiggendo coloro che hanno eretto i muri (nel film la diga), perché i muri opprimono i popoli ed impediscono loro di diventare tutti amici. Abbattere i muri significa offrire all'uomo la possibilità di mescolarsi e di ripopolare quelle zone a rischio denatalità.

Sostenendo che si debbano costruire muri ed abbattere ponti, arriva il solito ricorso alla religione per sostenere che si debba dare valenza divina alle sue pretese:

E allora non si confida in Dio, troppo vecchio e poi forse falso perché avvolto dalla nebbia del mistero... Non si attende nemmeno Gesù, perché cattolico.
S'inneggia al sincretismo religioso; ed allora accanto alle varie pachamame, serve il nuovo elemento umano che getti le basi per un nuovo umanesimo naturalistico dove l'uomo, in forza dell'amore, si metta a servizio della natura.
Dunque il sincretismo religioso si compie con la new entry femminile: la nuova messia, perché ora anche la donna, alla pari dell'uomo, deve trovare una giusta collocazione nel panorama religioso.

Se pare folle il suo sostenere che in tutti i film bisognerebbe attendere l'avvento di Gesù Cristo (che è difficile comprendere cosa dovrebbe mai c'entrare con un film del genere), Pasqualato incalza:

Ovviamente se Gesù faceva i miracoli, lei fa le magie, se Gesù s'immola sulla croce per la salvezza dell'umanità, Elsa si sacrifica pietrificandosi di ghiaccio per salvare il suo amato regno. E se Gesù Cristo resuscita, la regina dei ghiacci non può essere da meno. In virtù della verità, della diga abbattuta, della natura riappacificata con l'umanità, anche lei riprende vita nel suo corpo.
Il genere femminile è esaltato in ogni sua comparsa ed in ogni situazione e tempo; al contrario, i personaggi maschili fluttuano dal prepotente, allo smemorato, all'impacciato; il nonno di Elsa era un infame; il padre un povero sprovveduto salvato dall'intervento provvidenziale della moglie, Christof, spasimante della sorella Anna, un vero e proprio imbranato che tenta più volte di fare invano una semplice dichiarazione d'amore.
Un film fortemente femminista, ecologista, religioso, politico ed anti-trumpiano.

Se in più occasioni Pasqualato ha dimostrato di avere notevoli problemi con il sesso femminile (che lui vorrebbe rinchiudere in casa a produrre figli), surreale è come ne concluda che:

Il messaggio è chiaro: l'America aspetta una nuova presidentessa che faccia riscrivere la storia alle donne, che abbatta i muri fra i popoli, che sia sempre più accogliente per mescolare le varie etnie, e che sappia dialogare con tutti, anche con la natura, infondo c'è chi lo fa già....
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