Il surreale titoli di Libero contro Pechino Express: "Il gay può insultare le donne"


Tristemente noto per il suoi titoli di rara violenza ideologica, il quotidiano populista Libero se n'è uscito con un'altra delle sue porcherie. Con la firma di Gianluca Veneziani, il quotidiano ha cercato di attaccare l'intera comunità gay con il pretesto di criticare Enzo Miccio e la sua partecipazione a Pechino Express. Lo ha fatto con questa porcata:


Come ogni giornale populista, Libero non ha mai nascosto il suo fastidio nel contrasto al femminicidio e in chi si batte contro una società in cui il maschio si considera padrone della donna. Ma dato che odiano anche i gay, ecco che si inventando che "il gay" insulterebbe le donne mentre ai poveri populisti non verrebbe permesso di picchiarle a morte. Poveri cicci.

facendo populismo e sostenendo teorie allucinanti, Gianluca Veneziani inizia a lamentarsi di chi contrasta l'odio omofobico che tanto piace ai suoi lettori:

Pensa un po’ se fosse successo il contrario. Pensa se fosse stata lei a proferire insulti e a prodigarsi in parolacce. Ah, subito l’avrebbero accusata di intolleranza, di attentato contro la categoria protetta e intoccabile degli omosessuali. Siccome invece è stato lui, ossia Enzo Miccio, noto wedding planner nonché gay dichiarato, a offendere lei, cioè Carolina Giannuzzi, sua storica assistente e compagna di gioco in un programma tv, tutto diventa lecito. Semmai si tratta dello sfogo un po’ sopra le righe di un uomo che aveva le sue buone ragioni.

Secondo Veneziani, Enzo Miccio avrebbe insultato la sua dipendente e giura l'avrebbe anche minacciata nel dirle: «Guarda che se non lo mangi ti licenzio». Il tutto tornando a creare quelle fase contrapposizioni di cui si nitre la propaganda leghista, basata sul lamentarsi che loro non possano insultare le donne come e quanto vorrebbero mentre pensano che ad altri venga permessso:

E trattasi probabilmente di un gioco delle parti, di una rappresentazione tv funzionale allo share. Ma ciò che inquieta, al di là della querelle personale, è il messaggio culturale che passa. Ossia: la donna può essere insultata, sbeffeggiata impunemente, se a dirle improperi è un gay, senza che nessuno evochi il rischio di una “woman-fobia”.

Ovviamente veneziani non spiega perché alle risposte di Carolina non siano mai seguite accuse di omofobia, dato che la coppia viene proposta proprio come il capo isterico e la paziente assistente. Trovare che l'orientamento sessuale abbia un qualcosa a che vedere con i fatti è pura follia. Eppure Veneziani non molla e scrive:

Ancor più: se è un etero a offendere un gay, allora indubbiamente l’attacco nasconde una matrice omofoba, un velato tentativo di discriminazione sessuale. Ecco il mondo che ci viene offerto dalla tv, specchio della nostra realtà, in cui alcuni hanno il salvacondotto per dire tutto ciò che agli altri sarebbe proibito; e possono sottrarsi alla regola aurea secondo cui non bisogna fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Il machismo è vietato, il miccismo (ossia il vezzo di imprecare di Miccio) è lecito. Lasciatecelo dire: quando si parla di diritti dei gay, non vorremmo che tra questi diritti sia anche compreso quello all’offesa gratuita.

In uno stato serio, un simile articolo sarebbe valso la radiazione all'autore, in Italia pare che tutto sia "libertà di parola" anche se finalizzata a promuovere odio e a calpestare i più basilari principi costituzionali. Ed è ormai da anni che Veneziani perseguita la comunità gay promuovendo odio omofobico, giurando che lui veda «orge gay» sulla Rai o firmando surreali articoli intitolati "Soldi pubblici ai film sui gay. Rai e Regione puglia finanziano pellicole su gender e adozioni per le coppie omo".
Commenti