Prosegue il terrorismo populista della Bartucca: «Siamo tutti in pericolo»


La pubblicista Zaira Bartucca pare quasi tragicomica nel suo fare polemiche populiste basate sul nulla. Da giorni ripete che la polizia non dovrebbe permettersi di contattarla, anche se dice di non sapere per quale motivo .le vogliano parlare. Ed è dunque sulla base del nulla che la pubblicista cerca di fare terrorismo sostenendo che «siamo tutti in pericolo» sulla base delle realtà alternative che lei si è inventata sul suo sitarello di propaganda:


In conformità a quella ideologia populista per cui tutto deve essere contrapposto a qualcos'altro, la signora inizia a dire che la polizia non dovrebbe permettersi di contattarla perché lei esige si occupino di «mafiosi, assassini, pedofili e spacciatori». Non è chiaro cosa centrino quegli esempi dato che probabilmente la polizia si occuperà anche di loro, ma è facendo populismo che la signora pare sostenere che un vigile non debba poter multare chi passa col rosso se il trasgressore si mette a sbraitare che chi va contromano è più pericoloso:


Ed è forse in quella sua ideologia per cui lei si pone come la detentrice del saperne universale che può sputare sentenze senza passare dai processi, la signora Bartucca non perde l'occasione di molestare Gayburg ancora una volta e di sostenere che avremmo commesso 34 reati penali:


Sostenere che un atto lecito debba essere ritenuto reato in violazione del principio costituzionale per cui tutti sono innocenti sino a prova contraria pare una violazione deontologica, aggravata da come lei dica che sarebbe vero perché lo dice lei.
Con buona pace per le sottolineature che ha elargito ai suoi proseliti, noi abbiamo semplicemente raccontato quello che lei scriveva nei suoi messaggi. Se non è una convocazione ma è un invito a parlare con loro, ci scusiamo per il termine inesatto anche perché la sostanza del ragionamento non cambia di una sola virgola.

Ma forse il buonsenso era bastato a capire che se la polizia chiede di poter conferire con qualcuno è perché c'è un motivo e non perché hanno voglia di parlare del tempo meteorologico. Ed è così che la stessa Barzucca ci informa che il termine per cui ci accusa di «diffamazione» era corretto:


Al solito, la signora si inventa che noi avremmo avuto informazioni sui suoi rapporti con la polizia, ma pare che il fare polemiche sulla base di illazioni inventate di sana pianta sia per lei come un hobby. E non pare andare meglio con il suo dichiarare che esisterebbero 34 diffamazioni: anche se probabilmente non esiste un solo nostro scritto che possa rientrare in quella categoria, la signora si sta ponendo nella situazioni in cui dovrà provarle tutte e sue 34 accuse se non vuole risultare una giornalista che mente.
Al limite del surreale è anche come le sue sottolineature paiano mostrare che lei offesa davanti a chi dice che alcune sua affermazioni hanno «l'odore della diffamazione» mentre lei dice le stesse cose con la differenza che lei le spaccia indebitamente per dati di fatto e non per opinioni.

Insomma, pare proprio che la populista non capisca che in democrazia è lecito poter contestare chi giura che il coronavirus non esiterebbe, che i morti non sarebbero veri, che il 5G uccida o che i vaccini facciano male. Ed è proprio in mezzo a quelle sue invettive che la signora pubblica un'altro articolo che pare dimostrare perché una certa "informazione" possa e debba essere contrastata:


Il tema è il parroco che piace a Salvini perché razzista. I giornali raccontano che abbia organizzato un pranzo in piazza nel bel mezzo del lock-down e che abbia poi manifestato in solitaria correndo per la piazza con una bandiera svizzera in mano. I suoi parrocchiani avrebbe così chiamato la polizia quando l'uomo non ha più risposto a chi bussava alla sua porta e c'è chi temeva potesse star male o essere addirittura morto. Eppure il sitarello della signora Bartucca preferisce raccontare che:

E’ accaduto lo scorso 19 maggio in Provincia di Brescia. Un prete è stato trasportato in ospedale dopo l’infrazione di una finestra della sua abitazione da parte delle Forze dell’Ordine
Sembra a tutti gli effetti un TSO da opinione quello che si è verificato a Castelletto di Leno, in provincia di Brescia, lo scorso 19 maggio. Dopo il caso di Dario Musso, il ragazzo di Ravanusa che si è permesso di dire che “non c’è nessuna pandemia” ed è stato internato per questo, questa volta un’altra possibile vittima di quella che sembra a tutti gli effetti una dittatura sanitaria è un prete. Si chiama Gianluca Loda e ha 54 anni. Il suo caso, se confermato, sarebbe il secondo di dissenziente punito in appena un mese.

Se la stampa ci racconta che Dario Musso non sia stato stato sottoposto a TSO per ciò che ha detto contro la pandemia ma perché, davanti ad alcuni agenti che gli avevano chiesto i documenti, ha dato fuoco alla sua carta d'identità all'interno della sua autovettura con il rischio di morire bruciato vivo, pare interessante osservare come la pubblicista paia avere una certa abitudine ad inventarsi una "sua" verità e di raccontarla come se fosse provata (anche se c'è un'inchiesta e a stabilire i fatti saranno dei giudici).

Sempre usando la contrapposizione populista che serve a creare odio, davanti alle forze dell'ordine che sarebbero entrati in casa sua perché si tremava un decesso, scrivono:

Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia hanno sfondato la finestra della sua abitazione, manco fosse il capo di una cupola mafiosa.

Che c'entrano i mafiosi con quei parrocchiani che hanno chiamato la polizia perché temevano che il sacerdote potesse essere morto? Chi lo sa. Pare invece chiarissimo l'intento per cui la versione distorta della vicenda finisce puntualmente nella direzione della più becera propaganda polista:

C’è poi un articolo di opinione di Aldo Maria Valli, intitolato Così don Gianluca è stato prelevato e portato via. Per il reato di “diverso pensiero”. Il pezzo racconta le vicissitudini recenti di Don Loda e la sua palese dissonanza con le decisioni del governo. Il riscontro c’è ed è solido: a fine aprile il sacerdote scrive un comunicato. Amareggiato dalle incoerenze del governo Conte, dice: “Contiamo meno dei cani. Anche quelli sono stati nominati dal signor Conte”, ma i cattolici no. “I cattolici – riflette don Loda – vanno bene finché tamponano i buchi dello Stato (…) Se questo è normale, io mi tiro fuori da questa normalità”. Un discorso lucido, coerente, che tuttavia non è stato compreso dall’ex sindaco del Pd Pietro Bisinella (quello in carica è Cristina Tedaldi, che dovrebbe coincidere con chi ha autorizzato l’intervento, in veste di massima autorità sanitaria cittadina). Abbiamo provato a chiedere spiegazioni al Comune di Castelletto di Loda e all’ospedale di Manerbio, ma ancora non abbiamo ottenuto risposte.

Il sito della Bartucca passa così a dire che sarebbe colpa del presidente Conte se l'uomo è stato ricoverato dall'Asl locale, dice di aver telefonato al prete e di aver deciso che il religioso «sta bene». Ed è così che lei, senza manco aver visto i documenti e senza aver sentito i medici, pare voler sostenere che due professionisti avrebbero sbagliato perché lei sta per principio contro chiunque possa essere strumentalizzato per fomentare paure e odio a fini di propaganda populista.

A riprova della sua strategia propagandistica basata sulla creazione di contrapposizioni e sulla teorizzazione di una imprecisata supremazia dell'eterosessuale bianco, la supporter di quelli che dicevano che i migranti dovessero aiutati a casa loro ha pubblicato anche questa roba qui:


Se l'impressione è che si parli di lire per strizzare l'occhio ai sovranisti che vorrebbero uscire dall'Europa, è inveendo contro un progetto dell'Onu che il sito populista tira in ballo i disoccupati. Al solito, creano una falsa contrapposizione per asservire l'ideologia leghista del "prima vengo io":

Per la Farnesina le martoriate casse di un Paese come l’Italia devono essere un pozzo senza fondo. Non è chiaro da dove venga reperito il fiume di denaro che un giorno si e l’altro pure prende la volta dell’Africa e dell’America Latina, sta di fatto che per i progetti Onu si trova. E poco importa che intanto la Penisola sia morsa dalla crisi e dalla disoccupazione.
Questa volta tre milioni andranno ai “Paesi latinoamericani che hanno accolto milioni di rifugiati venezuelani”. Non bastava mantenere i nostri: adesso manteniamo anche quelli degli altri, come si può leggere qui.

Se il raccontare che noi "manterremmo" i migranti equivale a propinare ai suoi lettori gli slogan della peggior propaganda sovranista, pare che populisti si ricordino dei poveri solo quando possono usarli per inveire con chi è ancora più povero di loro.
Interessate è anche come si stia parlando di "rifugiati" nonostante nel titolo si preferisce parlare di "migranti" quasi si volesse cavalcare un sentimento razzista che nega la difficoltà in cui vive chi scappa dalla guerra o dalle dittature. E quelle sono dittature vere, non certo le false "dittature" che la signora sostiene esisterebbero in Italia solo perché la polizia osa telefonarle anche se lei non vuole possano farlo.

Lo schema ricorda un po' quel Salvini che, quando ancora giocava a fare il padano che voleva la secessione, cercava voti dicendo che lui schifava qualunque persona vivesse sotto il Po. Solo 8 anni fa giurava che lui preferisse portare i suoi soldi in Svizzera piuttosto che portare i suoi soldi in meridione:


Anche in quel caso si cercava una falsa contrapposizione, incitando l'odio e cavalcando il razzismo a fini di becera propaganda. L'idea era quella di promettere che il maschio eterosessuale settentrionale dovesse venire prima degli altri, in quella loro costante proposizione di una teoria preumanista.
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