Il Milano Pride 2020 sarà "un altro pride"


Se le destre italiane scelgono le strade più strette di Roma per far sembrare più partecipate le loro manifestazioni organizzate a rischio della salute pubblica, è assai più responsabile la decisione delle associazioni gay di anteporre il bene della società a manifestazioni in grado di riempire le strade più larghe e capienti di Milano. Ma questo non significa che il movimento lgbt non farà sentire la propria voce, ed è così che il Milano Pride 2020 sarà "un altro pride", solo nella forma però - non nella sostanza.

A seguire per punti i contenuti principali dal primo annuncio dell'edizione 2020:
  • UN ALTRO PRIDE - Milano Pride 2020 animerà la città con contenuti e appuntamenti virtuali e, compatibilmente con le norme di sicurezza in vigore, anche reali. “Un invito aperto a tutta la città di unirsi a noi per dire NO a ogni violenza e discriminazione di genere, orientamento sessuale, religione, cultura e provenienza.”
  • CONNESSO CON TUTTI I PRIDE DEL MONDO - Il 27 giugno, Milano Pride aderirà inoltre al Global Pride: una ‘maratona virtuale’ di 24 ore organizzata da EPOA e INTERPRIDE che trasmetterà contributi video da tutti i Pride del mondo.
  • FUNDRAISING - Milano Pride vuole contribuire al benessere di ogni cittadino, nessuno escluso - per questo motivo verrà attivata una vera e propria campagna di fundraising e tutto il ricavato – al netto dei costi vivi – sarà interamente devoluto a scopo benefico per supportare progetti di interesse comune finalizzati alla ricostruzione post COVID-19.
  • COVID-19 E LGBT+ Oltre alla condizione di distanza forzata che stiamo vivendo tutti, la comunità LGBT+ soffre anche la mancanza di spazi e incontri dove sentirsi al sicuro. A partire dai ragazzi che subiscono a vari livelli diverse forme di violenza psicologica e fisica dalla propria famiglia che non li accetta, fino alle persone trans che sono ora ancora più dimenticate con la difficoltà a reperire le terapie ormonali, e senza dimenticare tutte le persone che si sentono intrappolate in una convivenza con partner violenti.
  • ITALIA E DIRITTI - L’associazione ILGA Europe ha recentemente stilato una classifica che mappa i diritti delle persone LGBT+ in Europa in cui l’Italia si trova in fondo alla classifica, al 35° posto, e al 23° tra i 28 paesi della UE. Un dato allarmante che evidenzia la situazione di fragilità e discriminazione che incontrano le persone LGBT+ in Italia.
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