Francesca Romana Poleggi torna a strizzare l'occhio alle fantomatiche "terapie riparative"


È la solita Francesca Romana Poleggi di Provita Onlus a promuovere odio contro le donne trans attraverso un surreale articolo in cui afferma:

Quanto alle donne, a livello internazionale buona parte del movimento femminista (e soprattutto le associazioni lesbiche) è molto critico con chi pretende di equiparare in tutto i maschi “che si sentono donne” alle donne vere. Non è solo una questione di giustizia (i trans pretendono di gareggiare negli sport agonistici con le donne); è anche una questione di sicurezza, nelle toilette e negli altri luoghi riservati alle donne.

Se è curioso il voler attribuire le posizioni di Arcilesbica ad imprecisate "associazioni lesbiche" nonostante molti circoli si siano allontanati proprio per quelle posizioni transofobiche, la setta di Jacopo Coghe e Toni Brandi pare volersi aggrappare a tutto pur di sostenere che il loro odio sia condiviso. Ed immancabile è il fine politico:

Il Dipartimento per l'edilizia abitativa e lo sviluppo urbano (HUD) dell'amministrazione Trump ha recentemente proposto un nuovo regolamento federale che consentirebbe ai rifugi per senzatetto femminili di essere veramente per sole donne, vietando l'ingresso a chi si dichiara trans.

Dicono di voler andare a messa, ma poi festeggiano se le donne trans non verranno difese dalle violenze pur di compiacere i loro pregiudizi.

Si passa così al raccontare che l'omofobia è bella e che lo stato non dovrebbe poter proteggere le loro vittime. Raccontando che col ddl Zan si finirebbe in carcere per omofobia, scrive:

i genitori o gli educatori che osassero opporsi, perché magari queste celebrazioni sono affidate alla creatività dei travestiti (cd. drag queen) invitati a rapportarsi con i bambini per narrare loro favole ispirate all’ideologia gender, rischierebbero multa e carcere perché commetterebbero «atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere» (art. 604 bis, lett. a, come risultante secondo la proposta di testo unificato citata).
Stessa sorte per coloro che volessero spiegare ai maschi che è bello essere maschi e alle femmine che è bello essere femmine, perché così la società umana si evolve e cresce, mentre i rapporti omoerotici sono ontologicamente sterili; per non parlare di professionisti, medici e psicologi, che osassero invitare le persone (e i ragazzini) sessualmente confusi a soprassedere dal loro proposito di “cambiar sesso” e a ricercare le cause del loro “male di vivere” altrove.

Il riferimento parrebbe riguardare le fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità che la loro setta promuove nonostante siano truffe che hanno spinto alla morte numerosi ragazzi. D'altra parte il loro incoraggiare i genitori omofobi ad essere i peggiori persecutori dei propri figli è un crimine che si commenta da sé.

Chiude quel delirio affermando:

Insomma, in passato essere radicali significava chiedere maggiore libertà allo Stato e alle Istituzioni; oggi essere radicali significa richiedere restrizioni alla libertà degli altri. E ben volentieri lo Stato asseconda i deliri surreali di una piccola minoranza della popolazione, perché è funzionale al consolidamento di un potere che di democratico, nella sostanza, ormai non ha più nulla.

Ma quanto odio deve pervadere chi è capace di scrivere cose simili?
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