Jacopo Coghe rivendica il "diritto" di insultare le donne trans dicendo siano "uomini"


Jacopo Coghe e Toni Brandi guidano una organizzazione integralista che ha ripetutamente chiesto l'arresto di chi ha osato proporre letture scolastiche a loro sgradite o che abbia parlato di religione in termini che a loro non sono piaciuti. Poi, però, raccontano che disprezzare le persone transgender o invitare a non riconoscere la loro natura sarebbe "libertà di opinione" in virtù di come loro pretendono si dica che chi non condivide le loro pulsioni sessuali sarebbe "sbagliato".

Sul loro sito raccontano che i gay non vorrebbero il ddl Zan perché a non volerlo è quel loro Giorgio Ponte che voleva farsi "curare" dalla sua omosessualità attraverso i seminari di Luca di Tolve, così come ora spiegano che bisognerebbe insultare l'identità delle persone transgender nel nome di una donna trans inglese che vuole essere definita "uomo". Ed è così che è attraverso il loro solito vittimismo che scrivono:

Il terrorismo psicologico, si sa, è uno dei mezzi essenziali usati dalla dittature per autoaffermare la propria ideologia ed è un'azione così cieca che a volte si dirige proprio verso quelle categorie che teoricamente dovrebbero essere considerate “intoccabili”.
Stiamo parlando di ciò che è accaduto a Debbie Hayton, un'insegnante di fisica nelle Midlands, un uomo ricorso alla riassegnazione del sesso biologico nel 2012. Qual è la grave colpa di Hayton? Che non crede, a differenza di molti componenti della comunità trans, che il suo sesso possa essere cambiato ed è perfettamente consapevole del fatto che rimarrà sempre biologicamente uomo.
Ma ultimamente si è reso reo di un atto considerato provocatorio e violento, dalla comunità transgender e cioè aver indossato un top con lo slogan: “Le donne trans sono uomini. Farsene una ragione!"
Questo semplice gesto, in cui esprime la propria opinione, basata peraltro, sulla propria esperienza, gli sta costando l'espulsione dal comitato LGBT del Trades Union Congress (TUC) Debbie.

Ma se un tizio bestemmiasse, si lamenterebbero se fosse espulso dalla sua comunità religiosa? Oppure solo le organizzazioni lgbt dovrebbero essere obbligate a non espellere chi si batte contro di loro e contro i principi di dignità della persona? E sono proprio certi che gli "intoccabili" sarebbero le persone trans quando loro ricorrono ad accuse di "blasfemia" contro chiunque dica cose a loro sgradite?

Opinabile è anche la loro rivendicazione, ossia sostenere che da eterosessuali non discriminati esigono di poter insultare chi non è come loro, magari dicendo che loro vogliono imporre in sesso biologico a chi ha una diversa identità di genere. E ora chi glielo spiega a Jacopo Coghe che lui sta dicendo ai suoi figli che babbo sarebbe uomo quanto una donna solo perché lui non accetta che gli altri possano vivere in santa pace la loro vita? E chi gli può far capire che è lui a non volere l'autodeterminazione dato che a nessuno frega nulla se una donna trans vuole essere considerata "uomo" sino a quando non inizia a pretendere di imporre ad altri quella sua pretesa?
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