Camici a sua insaputa. Le chat che inguaiano il leghista Attilio Fontana

Non pare reggere la storiella raccontata dal leghista Fontana, il quale sosteneva di non essere a conoscenza della maxi-commissione di camici affidata da Regione Lombardia alla ditta del cognato e della moglie.
Dalle chat ritrovate sui telefoni sequestrati dalla Guardia di Finanza, si evince che il cognato del governatore abbia mandato un sms alla sorella e moglie del presidente affermando: «ordine camici arrivato» ma «ho preferito non scriverlo ad Atti». E la moglie di Fontana ha concordato con la sua scelta: «Giusto, bene così». Per gli inquirenti è assai improbabile che la sorella non ne abbia parlato al marito, propendendo per l'ipotesi che quei messaggini dimostrano piuttosto la volontà di evitare di lasciare traccia scritta del suo coinvolgimento. Ed è così che la Procura della Repubblica di Milano ipotizza «il diffuso coinvolgimento di Fontana in ordine alla vicenda relativa alle mascherine e ai camici accompagnato dalla parimenti evidente volontà di evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti».


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