Ferdinando Tripodi contrappone i gay ai lavoratori e li insulta: «Siete dei cogli*ni»
Ferdinando Tripodi è l'aspirante candidato populista che presiede una associazione che sul suo sito pare limitarsi ad alterna invettive contro i migranti al loro sostenere che a Tiziano Ferro debba essere negata la possibilità di poter essere padre.
Forse intenzionato a proporsi come un surrogato del leghista Umberto La Morgia, il signor Tripodi pare trascorrere le sue giornate a scrivere sui social che lui esige di essere chiamato «fr*cio» o «finocchio» perché sceso in piazza con Giorgia Meloni in difesa dei crimini d'odio solo dopo essersi appeso al collo un cartello con scritto «omosessuale» manco fosse una vacca alla mostra bovina. Ha anche trascorso interi mesi a vantarsi di come lui desse la mano in sfregio alle misure sanitarie ed ha ripetuto tutto tronfio che lui era uno di quelli che non indossava mai la mascherina, risultando quindi tra i menefreghisti che hanno causato la seconda ondata epidemiologica di Covid-19 e hanno portato ad infliggere nuove misure restrittive a chi rispettava diligentemente le regole. Ora, ovviamente, inveisce contro il governo, lamentandosi che non abbiano fatto sparire il virus mentre lui se ne fregava delle regole. Ed ovviamente continua a lodare quei ristoratori che delinquono a danno della salute pubblica, anteponendo il loro profitto al bene comune e vantandosi del loro creare assembramenti notturni mentre la gente muore negli ospedali.
E se lui pare disposto a tutto pur di ottenere visibilità e riuscire a candidarsi alle elezioni in un qualunque partito populista, è da voltastomaco come quest'oggi se ne sia uscito con questa porcheria contro il ddl Zan:
Sarà che la correttezza non è mai interessata al patito dei 49 milioni o a quello degli anti-europesti che fondano partiti europei per intestarsi fondi pubblici, ma è aberrante la violenza ideologica con cui il populista di Latina tenti di contrappore le famiglie (ovviamente eterosessuali) che lui dice debbano lavorate a costo di far crepare i loro figli e quei gay che lui deride istericamente dicendo che penserebbero solo al fidanzamento di Claudio Sona e che dunque andrebbero privati di una legge contro l'omofobia.
Se ovviamente non è chiaro che c'entri Sona con il ddl Zan, curioso è come Tripodi non chieda la fucilazione dei lavoratori disoccupati che pensano alla Grecoraci e a Pretelli dentro Grande Fratello, forse perché il suo amato Salvini diceva di guardare quel tipo di programma. E forse neppure bva meglio con il suo sputare sentenze mentre basta scorrere la sua bacheca per osservare come lui pensi solo a quanto lui odia i migranti, quanto lui non voglia che gli adolescenti gay siano protetti dalla violenza e quanto lui sia disfattista nell'aizzare i suoi seguaci a boicottare qualunque progetto del governo serva a contrastare la pandemia.
E dato che il signorino ama insultare le persone per bene, è con la sua tipica arroganza che conclude il suo messaggio dicendo che i gay sarebbero «dei coglioni» visto che osano non pensarla come lui. Ed ovviamente , come tweet fissato in testa al suo profilo il signor Tripodi si gioca la carta del suo sostenere che un gay non possa essere omofobo, anche se ovviamente bisogna essere leghisti per credergli.