Per l'Ordine dei giornalisti è lecito accusare un gay di pedofilia se lo si fa "per leggerezza" e senza aver controllato le fonti


In Lombardia, l'Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha archiviato il procedimento penale che vedeva Maurizio Belpietro indagato per aver sbeffeggiato in prima pagina un gay all'interno di un contesto che nulla aveva a che vedere con il suo orientamento sessuale, con gli avvocati del giornalista che si erano presentati sostenendo che non ci fosse stato danno visto che la vittima non era scoppiata in lacrime quando è stato ospite di Barbara D'Urso. Poi pazienza se quel titolo l'ha fatto licenziare.
Nel Lazio, invece, pare che sia lecito accusare i gay di pedofilia. Il caso riguarda un tweet in cui un giornalista diceva che: “La pedofilia secondo Scalfarotto è "un orientamento sessuale" non una porcheria o una malattia. Quindi non potrete più dire che vi fa schifo perché rischierete galera, patente, passaporto e altro".
Ovviamente Scalfarotto non ha mai detto nulla di simile ed è evidente che quella era una menzogna inventata per screditare la legge contro l’omotransfobia. Il Sottosegretario si è ricolto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, perché si ritrovava ad essere accusato di essere un sostenitore dell apedofilia. Ma il 9 novembre scorso è arrivata l’archiviazione della pratica “perché il fatto non sussiste” in virtù di come il pubblicista aveva cancellato il post e ha sostenuto fosse stato frutto di un "errore collettivo" generato da una "fake news che ha tratto in inganno molti, non solo giornalisti". Il riferimento è a quell'emendamento di Giovanardi al ddl Scalfarotto che pubblicisti alla Zaira Bartucca hanno continuato a spacciare per il testo del ddl Zan.

Attraverso i social network, Scalfarotto osserva:

Non ci sarebbero stati, a loro dire, “dolo e malizia nella pubblicazione del post”. Secondo l’Ordine, in sostanza, per dare del sostenitore della pedofila a qualcuno non è per nulla necessario fare prima un approfondimento, un secondo pensiero, nulla che possa evitare la negligenza, l’imprudenza o l’imperizia, che danno luogo agli illeciti colposi. Se lo fa per leggerezza, insomma, il giornalista secondo l’Ordine del Lazio può dare del pedofilo a qualcuno senza problemi. Così, con un sorriso. Ma la cosa più interessante è che l’Ordine nel prendere la decisione ha notato e messo per iscritto che Angelini sarebbe “particolarmente sensibile al tema della pedofilia in quanto padre di una bambina”, il che evidentemente – secondo loro – sarebbe una ragione per dare del filo-pedofilo a me senza che questo costituisca una violazione della deontologia professionale. Curioso, cos’altro devo dire.
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