Luca Di Tolve cerca "psicologi" che si prestino ad attività da radiazione?
Oltre a ricercare manager con cui incrementare il suo business legato alle fantomatiche "terapie riparative " di Nicolosi, è dalla sua pagina Facebook che Luca di Tolve dichiara di essere alla ricerca di psicologi che dovrebbero presuminilmente operare contro il codice deontologico dell'Ordine grazie ad un imprecisato «spazio protetto» che lui si dice pronto ad offrirgli. In Italia, infatti, è prevista la radiazione per qualunque psicologo dovesse falsamente promettere a qualcuno di poter modificare l'orientamento sessuale di un paziente (anche in considerazione di come le screditare teorie commercializzate da Di Tolve risultano provata causa di innumerevoli adolescenti che sono stati spinti al suicidio, contravvenendo al Giuramento di Ippocrate).
Date le premesse, c'è da domandarsi se la polizia o la Digos non dovrebbero occuparsi di cosa intenta il signor Di Tolve nel pubblicare questo annuncio sulla sua pagina Facebook:
Vien da sé che un'attività lecita non avrebbe bisogno di uno «spazio protetto». Dunque, di cosa dovrebbero mai occuparsi questi sedicenti psicologi che non pare non possano fare alla luce del sole?
Ad anticipare le sue offerte di lavoro nel business delle "terapie riparative", Di Tolve pubblica un "curriculum" auto-promozionale che appare quasi tragicomico. Inizia a raccontare che lui sarebbe stato stati eletto Mister Gay nel 1990:
Peccato che il concorso di Mister Gay Italia sia nato nel 1997. In una intervista, Di Tolve si fece scappare la verità, ossia che quello di cui parla in ogni sua intervista era un titolo assegnato tra amici dentro una discoteca milanese. Ha anche spiegato che i gestori lo avevano invitato ad iscriversi al "concorso" del locale perché non aveva partecipato nessuno. Insomma, è un po' come se avesse vinto il concorso di bellezza di un villaggio vacanze: da lì a sostenere che la sua fama lo precedesse o che il mondo della moda si strappasse i capelli per lui pare esserci molta strada.
Nel suo libro racconta anche di aver cercato favori economici in cambio di favori sessuali. Pare dunque un po' curioso si lamenti che nessuno volesse da lui nulla in più del sesso:
Omettendo di raccontare che lui si era preso l'HIV in anni in cui si moriva di Aids, Di Tolve racconta che lui sarebbe già stato eterosessuale dato che lui nega esista l'omosessualità e ama sostenere che la si dovrebbe ritenere un vizio come l'alcool o la droga. Ovviamente non dice che lui accusò i gay del suo stato sierologico e che lui si recava nei parchi a fare sesso non protetto nella noncuranza di come avrebbe potuto ammazzare qualcuno (o, più probabilmente, ha ucciso qualcuno) :
Nella sua continua omissione di informazioni, dichiara di essersi "libero" dall'omosessualità per volere della Madonna. Peccato che in più occasioni abbia spiegato che da una donna lui voleva un figlio, in un uso funzionale dell'altra persona finalizzato ad ottenere ciò che voleva.
Dato che quasi tutti i gay non avrebbe problemi fisiologici nel mettere incinta una donna, il suo ricorrere ad una donna come strumento finalizzato a raggiungimento di un altro fine dovrebbe bastare a sostenere che lui sia "diventato" eterosessuale? E se così fosse, sua moglie sarà felice di sentirlo andare in giro a raccontare che lui deve pregare quotidianamente per trovare la forza di non pensare ad altri uomini?
Davanti ad una simile storia, torna ancora più prepotente la domanda iniziale: cosa dovrebbero avere a che fare degli psicologi con un tizio che va in giro a dire che i gay dovrebbero essere "aiutati" a fingersi eterosessuali?