Ma quella che ci accusa di "offendere" le figlie di Adinolfi è la stessa Zaira Bartucca che va in giro a dire che nostra madre farebbe sesso sulle culle dei neonati?


Se pareva evidente sin da subito che ci fosse la populista Zaira Bartucca dietro alle folli accuse di «pedopornografia» lanciate da Mario Adinolfi contro Gayburg nelle scorse ore, è un po' curioso che ad accusarci di aver «offeso» le figlie del fondamentalista (attraverso un articolo che era semplicemente a sostegno del diritto di scelta delle donne) sia stata proprio una tizia che si divertiva come una scolaretta ad insultare un ragazzo disabile minorenne mentre urlava oscenità a sfondo sessuale contro nostra madre.
Premesso che non c'era alcun intento offensivo nel voler ricordare ad Adinolfi che togliere diritti alle donne finirebbe con il ripercuotessi anche contro quelle sue figlie che lui sostiene di voler "difendere" attraverso la promozione dell'omofobia e un contrasto all'educazione sessuale nelle scuole, parte molto strano che la Bartucca non abbia colto il senso di quelle semplici frasi.

Quando era inventata che la Lavazza «promuovesse la pedofilia», sosteneva che ai genitori andasse ricordato che quanto accadeva ad altri sarebbe potuto accadere anche ai loro figli:


E se sinceramente è complicato comprendere dove vedano un'offesa nel contestare un discorso di Adinolfi in cui lui sosteneva necessità di adottare un metodo sovietico per impiegare le donne nella produzione di figli al fine di produrre lavoratori e soldati, è strano che a lanciare quelle accuse sia la stessa signora che inveiva contro chi non pensa alle conseguenze sui propri figli.

In altri post, pare si divertisse ad insultare le madri di chi non concordava con lei, quando etichettava le famiglie gay come «contronatura» e diceva che calpestassero «i diritti etero» e «le donne»:




La sua dialettica degenera ulteriormente in un post che ha bisogno diuna una premessa. Alcuni mesi fa, la signora ha preso di mira un ragazzo 20enne e ha deciso di sostenere che lui fosse un autore di Gayburg. Ha insultato i suoi genitori, ha pubblicato dato che permettessero di risalire al suo indirizzo di casa ed ha persino accostato quel nome alle deliranti accuse di «pedofilia» che si è inventata a scopo diffamatorio.
Adinolfi si è congratulata con lei per aver diffuso quel falso nome e le sue fotografie segnaletiche, ma resta il fatto che quel nome sia falso e che ci sia un ragazzo giovanissimo che rischia di essere picchiato a sangue da quei seguaci di Adimolfi che dicevano fosse necessario passare alla violenza fisica nel suo nome sulla base di una loro menzogna.
Eppure, in quel loro mondo in cui le loro menzogne vengono spergiurate contro l'evidenza o come forma di ricatto, nel leggere quanto scrive considerato che tutti suoi messaggi sono orientati ad offendere e diffamare quella persona che lei perseguita da mesi. I riferimenti vanno dunque riferiti a lui. Ed è dunque rifendendosi ad un minorenne disabile (di cui lei ha pubblicato anche delle fotografie accostandole ad accuse infamanti) che la Bartucca scrive gli insulti che troviamo in questi suoi messaggi


Fare riferimenti sessuali espliciti nei confronti di una madre è una cosa normale? Ci accusa di «pedoponografia» per aver sostenuto che fosse necessario far crescere i bambini in un modo che garantisse il diritto di scelta alle donne (adulte, lo specifichiamo o questi chissà che si inventano) mentre si immagina una madre che viene sc**ata su una culla?
E con che coraggio racconta che noi saremmo «misogini» e «sessisti» sulla base del nostro aver iniziato una frase dicendo «lei sarà anche donna» in riferimento ad un suo messaggio in cui diceva: «siamo uomini e donne, non fonti di contagio» quando voleva infrangere le nome per il contrasto alla diffusione della pandemia che sta uccidendo migliaia di italiani?


E già qui si può notare dinnanzi a quale livello di mistificazione si sia di fronte. Avremmo dovuto sostenere che Zaira Bartucca fosse un uomo per non essere accusati di «misoginia» e «sessismo»? E se lo avessimo fatto, Adinolfi non si sarebbe messo a farneticare sul fantomatico «gender» che dice minacci la crescita delle figlie (non sue, le altre o poi dice di sentirsi offeso)?
E questo non è un caso isolato, dato che praticamente è la totalità del materiale pubblicato dalla Bartucca a fini diffamatori ad essere stato prodotto mediante mistificazioni o frasi riportate in modo fuorviante.

Se è pur vero che da Adinolfi ci si può attendere di tutto, soprattutto da quando fu capace di portare Luca Di Tolve sul palco dei suoi comizi per invitare i genitori omofobi a ricorrere alle screditate teorie di Nicolosi che hanno spinto innumerevoli adolescenti alla morte, è squallido si sia prestato ad una pagliacciata simile prestando il suo nome a quelle folli accuse diffamatorie.

E comunque sia, anche con Adinolfi non mancano insulti ai figli e alle famiglie altrui:








C'è poi la sua propensione a tirare in ballo sempre le sue figlie, usandole per insultare le atlete che lui dice non varrebbero come i maschietti. Ci insegna anche che il ruolo di padre dovrebbe essere severo perché lui vuole imporre i suoi stereotipi di genere ai figli degli altri:




Spiega così che lui non vuole che i figli siano educato al rispetto (anche se sono i figli di papà e mamma che finiranno vittime di bullismo) e ci racconta che i genitori dovrebbero avere pieni poteri-. Peccato dica anche che alcuni genitori fregano i loro figli (magari avendo figlie femmine e battendosi contro il loro diritto di scelta?) e sostiene pure che alcuni padri siano «violenti, egoisti, superficiali e volgari contro figli senza palle»:








Quindi ci dice che alcuni bambini hanno bisogno che sia la scuola a sopperire alle mancanze dei genitori, ma però dice anche che la scuola non deve sopperire alle mancanze dei genitori omofobi perché in quel caso pensarci il papà violento contro i figli, magari aizzato da quel Luca Di Tolve che lui usava a fini promozionali.
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