Provita Onlus all'attacco del liceo Marco Polo di Firenze: chiede la censura dei temi sgraditi alla loro lobby


È sempre la solita Manuela Antonacci di Provita Onlus ad aver lanciato l'ennesima crociata dell'organizzazione forzanovista finalizzata a chiedere che agli studenti delle scuole italiane sia vietata ogni discussione a loro sgradita. Sul sito dell'associazione, pubblica un surreale articolo intitolato "Si sponsorizza la pornografia durante un’assemblea di istituto. Accade in un liceo di Firenze".

Secondo quanto riporta Repubblica, in quell'assemblea non c'è stata alcuna "sponsorizzazione" ma una discussione aperta che potesse affrontare un tema tabù che molto interessava gli studenti. Il quotidiano spiega infatti:

Studenti a lezione di pornografia. No, non quella fatta di cliché rivolta quasi esclusivamente a un pubblico maschile di cui abbondano i siti per adulti. Ma una pornografia "etica", che non rifletta lo stereotipo della donna come oggetto sessuale del maschio, attenta alla parità di genere e in definitiva più vicina alla realtà. Succede al liceo Marco Polo di Firenze, dove ieri mattina sono salite in cattedra l'attrice teatrale Antonella Questa (autrice della pièce "Svergognata", che ha per protagonista un'ex pornostar) e l'attivista e sex positive Sara, che lavora per una casa di produzione di cinema per adulti. Obiettivo: confrontarsi su un tema che ogni adolescente si è trovato a frequentare (spesso come unico tipo di "formazione" sul sesso), provando a infrangere i tabù che lo accompagnano.

Molto diverso è il racconto della signora Antonacci, la quale sembra sostenere che chi fa la pornostar sarebbe una ragazza da disprezzare a priori:

Nel Liceo Marco Polo di Firenze, lo scorso 12 marzo, si è tenuta un’assemblea degli studenti in modalità online sul tema “La pornografia. L’intimità non è un tabù, parliamone”.
E infatti, l’incontro è stato all’insegna della disinibizione totale. “Special guest” tale Sara Brown, attrice che lavora per una casa di produzione a luci rosse e Antonella Questa, autrice di alcuni testi teatrali e in particolare di “Svergognata” che si è usato, durante l’assemblea, come punto di partenza per promuovere una certa idea della sessualità, che in realtà è quella personalissima e discutibilissima, della regista in questione, come se fosse l’unica e sola idea di sessualità ed erotismo possibile e che chiaramente si sposa alla perfezione, guarda caso, con quella dell’attrice a luci rosse.

A quel punto la Antonacci ricorre al più squallido perbenismo nel suo tentativo di creare repulsione nel pubblico bigotto di estrema destra, scrivendo:

E invece, poi, durante l’incontro, viene sdoganata qualunque tipo di pratica, con un atteggiamento improntato alla più incredibile ipocrisia “anti perbenista”, in cui si finisce, invece, per promuovere qualunque tipo di esperienza sessuale, purché basata sul “libero consenso”, insomma si ritorna al punto di partenza. [...] Tanto per incominciare, l’assemblea parte proprio con la visione del trailer di un porno lesbo piuttosto esplicito, che vede come protagonista Sara Brown. Un pugno nello stomaco, col quale non ci si preoccupa minimamente di calpestare il pudore dei minori, inaspettatamente esposti a questo genere di “visione”. E poi seguono lunghi monologhi e dialoghi delle due ospiti, in cui ogni aspetto del rapporto con sé stessi e con gli altri è ridotto alla più spicciola e triste genitalità, come fosse chissà che conquista di indipendenza.
Porno etero, queer, lesbo, travestitismo, bdsm (sesso violento e basato sul dolore con mutuo consenso). Va tutto bene e non c'è niente di male. Anzi, lo sdoganamento di queste pratiche, favorendo la “conoscenza di sé” (come se la conoscenza di sé passasse solo dai genitali) servirebbe a prevenire pure la violenza. Una contraddizione in termini, da mettersi le mani nei capelli: viene da chiedersi, infatti, in che modo, un’immagine della donna che rimanda all’antico detto “tota mulier in utero” possa aiutare le donne a farsi rispettare, se non hanno imparato, loro per prime, il rispetto verso sé stesse e il giusto peso da dare ad un aspetto della vita, come il sesso che è e rimane solo un aspetto e non l’unico dell’esistenza e per tanti, nemmeno indispensabile.

Per farla breve, la sua teoria è che le donne dovrebbero fare quello che dice lei o non avrebbero rispetto per sé stesse. E subito inizia a dire che a scuola si dovrebbe dire ai ragazzi che non devono poter guardare la pornografia perché Toni Brandi non vuole:

Ma la cosa che fa più accapponare la pelle è che tutto ciò si tenga a scuola. La scuola che è una delle agenzie educative per eccellenza, dove non si aiutano genitori e figli a combattere la piaga del porno che, com’è noto crea dipendenza e grosse ripercussioni psico-emotive, soprattutto nei giovanissimi, già costantemente stimolati con immagini inappropriate, in ogni ambito della nostra società, ma li si spinge ad abbattere i “tabù”. Un termine davvero vuoto che serve solo a demonizzare il naturale del senso del pudore che ciascuna persona possiede e che probabilmente la aiuta ad adottare comportamenti che la distinguano dal regno animale, dominato dal puro istinto.

Arriva così la solita comunicazione di un'azione intrapresa dalle lobby del fondamentalismo organizzato volta a chiedere la censura di ciò che non piace a loro. Ed ovviamente raccontano anche che alcuni genitori non avrebbero letto il consenso e che nons i deve poter parlare di temi a loro sgraditi per "rispetto" verso l'estrema destra:

Per questo “Non si tocca la Famiglia”, ha deciso di informare tempestivamente il Miur e gli uffici Scolastici regionali e provinciali e in copia, il Dirigente della scuola.
Diversi genitori, peraltro, hanno segnalato la mancata richiesta di consenso informato preventivo che su temi tanto sensibili, divisivi e soprattutto, con una visione morale davvero discutibile per molti, sarebbe stato d’obbligo. Anche se siamo convinti che certi argomenti debbano rimanere completamente fuori dall’ambiente scolastico, così come nessuno accampa la pretesa di diffondere una concezione di segno opposto della sessualità. Dunque, se rispetto dev’essere, dev’esserlo veramente, per la libertà di pensiero di tutti, altrimenti, vuol dire che la scuola si presta a diventare il terreno fertile di una colonizzazione ideologica senza precedenti.

Esattamente, in che modo il loro sostenere che glia altri vadano censurati sarebbe rispetto verso le opinioni di tutti?
2 commenti