Secondo Avvenire, l'approvazione del ddl zan comporterà la «cancellazione della maternità»


Il quotidiano dei vescovi ha deciso di intraprendere una crociata a sostegno dei reati d'odio, sostenendo sia necessario fare distinguo tra le vittime per togliere tutele a chi non risulta avere genitali ritenuti conformi ai loro dogmi. Citando una tale Sandra Morano, i vescovi hanno deciso si sposare la linea di Marina Terragni volta a chiedere che le vittime siano catalogate sulla base dei loro genitali. Scrivono infatti:

Il Ddl Zan punta al superamento del sesso biologico, per abbracciare altre definizioni fluide e variabili, come 'genere', 'identità di genere', 'percezione di sé', che con la Costituzione e con la certezza del diritto hanno poco a che vedere e che rischiano di assottigliare fino a far scomparire il confine tra i sessi.

Se la signora Morano deve credere veramente poco nei sessi se pensa davvero che scompariranno magicamente qualora non si neghino tutele giuridiche alle persone transessuali, da pelle d'oca è la dichiarazione che ha rilasciato ai vescovi: «Sarebbe come accettare di 'far sparire' le donne e la loro incontrovertibile capacità procreativa, la maternità», dice.
Peccato che il suo ritenere che la donna debba essere valutata sulla base della sua capacità riproduttiva non chiarisca in che modo il contrasto all'odio minerebbe l'esistenza stessa della donna. davvero pensa che basterà non rendere le donne trans vittime di violenza e tutti vorranno cambiare sesso?

Inizia così a sostenere che il rispetto delle minoranze sarebbe un affronto all'abitudine e al conformismo: «Comprendiamo -dice- il rifiuto di alcuni di essere rigidamente definiti o ri-definiti, anche se più spesso capita che molti desiderino chiarire e manifestare attraverso dolorosi percorsi la transizione verso una più soddisfacente identità sessuale. Questa libertà non può però limitare la libertà di tutti, donne e uomini, ad accettare un cambiamento lessicale che per via legale sancisce l’abbandono del concetto di sesso a favore della identità di genere con le sue varianti».
Il problema è che il concetto di genere esiste ed è già presente nella società. Loro vogliono che si neghi ogni riconoscimento alla verità, quasi pensassero che sia sufficiente mettersi delle fette di salame sugli occhi per giocare a far fonte che il prossimo non esista.

Arriva così la sua richiesta: annullare l'iter normativo e garantire l'affossamento delle leggi perché dicono che finiscano con tutelare anche persone che loro non vogliono possano avere i loro stessi diritti. Afferma infatti: «Preferirei che si parlasse di prevenzione e contrasto alle discriminazione di genere e della violenza per 'motivi fondati sul sesso'. Sarebbe sufficiente e molto più utile a tutti». Insomma, niente genere ma una distinzione sulla base dei genitali, anche se di uomini aggrediti perché hanno un pene non paiono essercene molti, contrariamente agli innumerevoli transessuali trovati uccisi o aggrediti da criminali.
La sua intervista si conclude con il suo dire che lei vedrebbe «alcune derive inquietanti. La cancellazione della maternità, ad esempio, che per me è il tema centrale dell’identità femminile, quello che ancora è esclusiva delle donne. Ebbene, se il sesso diventa una percezione fluida di sé, ciascuno può giocare su più campi, un uomo può dirsi donna e reclamare il diritto a un figlio. Anche attraverso la gestazione per altri».
Peccato che la GpA non sia contemplata dalla legge. E sinceramente ha anch eun po' rotto la loro litania sul fatto che bisognerebbe accettare la violenza contro i gay perché loro non vogliono possano essere genitori dato che preferiscono consegnare decine di figli ad un Gandolfini che poi se le ritrova a protestare in piazza contro di lui perché vittime del suo fondamentalismo.
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