Il partito di Adinolfi insulta Laurel Hubbard: «È un uomo che dice di sentirsi donna che ha rubato il posto ad una vera donna»


Sara Reho, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, dice di sentirsi offesa nella sua «dignità di donna» perché alle donne transessuali non verrà impedito di partecipare alle Olimpiadi.
E dato che lei pare divertirsi un mondo a insultare le donne trans, è con un linguaggio di rara violenza ideologica che definisce Laurel Hubbard «un uomo che dice di sentirsi donna» prima di piagnucolare che la suq qualificazione lo porterebbe a «rubare il posto ad una vera donna». Inoltre sentenzia che «un uomo che partecipa ad una gara di sollevamento pesi contro le donne e non contro altri maschi, vince senza problemi». Evidentemente la letto quello che sosteneva il leghista Pillon sul suo profilo, anche se il fatto che Sara Reho voglia ridurre lo sport e le capacità femminili al dna o al loro livello ormonale pare molto qualificante per le donne stesse.
Inoltre la signorina Reho omette di dire che il regolamento olimpico prevede livelli di testosterone (ovvero l'ormone appartenente alla categoria degli androgeni) inferiori ad una certa soglia in modo da garantire che l'atleta trans non sia in alcun modo avvantaggiata. Lo si evince pensano anche solo a come ci siano voluti dieci anni dall'introduzione del regolante perché arrivasse una prima atleta trans qualificata alle Olimpiadi su cui loro avrebbero potuto riversare il loro odio.

Infarcendo il suo messaggio di insulti ed offese, la signorina Reho scrive:



Insomma, la signora Reho pare non tollerare che le donne trans esistano e che non siano discriminate o escluse dalla società civile. E se il nazismo non iniziò con i campi di concentramento, la deriva ideologica proposta dal partito suprematista di Adinolfi parte dal volere negare il diritto all'esistenza di alcune persone e dal tentare di sdoganare inaccettabili insulti contro la loro dignità.
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