Facebook richiama un esponente di Adinolfi per aver definito «checca» Vladimir Luxuria. Sara Reho: «Con il ddl Zan finirebbe in carcere»


L'immigrato albanese Saimir Zmali, esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, è stato richiamato da Facebook presumibilmente perché ha etichettato Vladimir Luxuria come una «checca». Aizzato dal presidente del suo partitino, l'ha insultata per aver osato parlare di baguette e di panettieri. Ha anche sostenuto che Adinolfi non avrebbe mai offeso nessuno (!!!) e che quella battura sarebbe da ritenersi inaccettabile (evidentemente al contrario di quelle Pio e Amedeo).
Immancabile è stato il solito sproloquio sul ddl Zan, dove lo troviamo pronto a sostenere che una legge che tutela chi rischia violenze per il solo fatto di esistere dovrebbe essere estesa agli omofobi che vengono criticati per le loro posizioni politiche:



Nel suo messaggio, il discepolo di Adinolfi pubblica anche un virgolettato falso, dato che le esatte parole pronunciate da Luxuria sono state: «Adinolfi, magari tu hai mangiato una baguette fatta da un gay. Fattene una ragione».

A quel punto arriva Adinolfi, il quale dice che lui non vede problemi se i suoi adepti etichettano le persone transgender come «checche». Assicura che quello sarebbe stato «un tranquillissimo post di protesta» e sostiene che gli avrebbero «chiuso l'account» nonostante l'immagine da lui stesso pubblicato spiega che l'account sarebbe stato solo limitato.
Ma dato che il suo scopo è parlare male del ddl Zan, tira in ballo la legge protestando sul gruppo che l'albanese gestiva nel tentativo di sabotare il contrasto all'odio:



Arriva così la solita Sara Reho, la quale ci racconta che chiamare «checca» qualcuno sarebbe una normalissima «opinione». Come suo solito, si premura di parlare al maschile di Vladimir Luxuria al fine si offenderla denigrarla, sostenendo che un richiamo a fronte della violazione delle regole di un sito sarebbe «limitazione della libertà di opinione».
Ma il passaggio più comico è quello in cui dice che con il ddl Zan si sarebbe finiti in carcere. Buffo, perché le aggravanti sono previste solo in caso di reati penali e nel caso specifico pare ci fosse solo un insulto omofobico che è vergognoso ma non di interesse penale:



Quindi ci facciano capire. Davvero rivendicano il loro voler offendere, insultare e molestare le persone?
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