Pippo Baudo attacca Fedez e si inventa curiose teorie contro il ddl Zan


Pippo Baudo potrebbe diventare il nuovo idolo di Pillon dato il suo sostenere che Fedez avrebbe dovuto obbedire ai diktat della Rai che vietano ogni opinione non piaccia ai leghisti:

Se avessi condotto io il Concertone del Primo Maggio avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso. Per querelarlo è troppo tardi, equivarrebbe solo fargli il doppio della pubblicità [...] Fedez ha esagerato. Poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua. L’errore che ha commesso la Rai è stato quello di non dire semplicemente che quel palcoscenico era il suo e a lei competeva l’autorizzazione. Chiedere il testo dell’intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto. Se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, io voglio sapere cosa ci vieni a fare. E poi gli argomenti che Fedez ha toccato sono complicati e non si può utilizzare il mezzo pubblico in maniera così indiscriminata. Bisogna stare attenti perché si ripercuote sulla società in modo divisivo.

Baudo pare anche credere alla bufale leghiste sulle leggi che esisterebbero già, sostenendo che lui ritiene che il ddl Zan sarebbe u doppione di misure già in vigore:

Quanto si prefigge il DDL Zan è già previsto dalla nostra Costituzione nei primi 12 articoli, quelli fondamentali. Lì si legge chiaramente, al primo comma dell’articolo 3, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, oltre che di condizioni personali e sociali. Il Ddl Zan è un raddoppio […], la complicazione delle cose semplici. La vita che facciamo e, in particolare, la vita che conduciamo in Italia, ci ha dato tutte le marce che ci servono per vivere tutti insieme con tutte le diversità e le mentalità che si possono avere.

Peccato che i principi costituzionali richiedano leggi attative. Se così non fosse, potremmo abolire tutte le leggi dicendo che tanto abbiamo già la Costituzione.
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