Adinolfi: «Amnesty si complimenti per la legge anti-gay di Orban, all'avanguardia rispetto al resto del mondo»


Mario Adinolfi non fa altro che parlare pubblicamente come lui si sia scopato le sue due mogli, spesso dispensato ai bambini dei raccapriccianti dettagli sulle sue fantasie sessuali o sulla sua propensione al sesso bareback. Ha proposto leggi per legalizzare il gioco d'azzardo e teorizza che la femmina debba essere sottomessa al maschio. Propone anche di introdurre stipendi statali per le donne che si ritireranno dal mondo del lavoro e se ne staranno recluse in cucina.
Pare dunque l'ultima persona al mondo che possa parlare di "dignità della donna" o di "pornografia", soprattutto dopo quella schifosa intervista in cui animava come un pervertito mentre chiedeva a Cicciolina di mentire e di dichiararsi frigida per fargli ottenere visibili mediatica. Eppure, è eccitato per la legge anti-gay con cui l'Ungheria del suo amato Orban ha introdotto le norme scritte da Putin che vietano ogni rappresentanza della comunità lgbt nella società, tenta di diffamare chi difende i diritti umani arrivando a scrivere frasi come: «Mi sarei aspettato da Amnesty International i complimenti al Parlamento ungherese per aver varato una legge all'avanguardia rispetto al resto del mondo».
E poi è ripartito col solito ministrone su come lui voglia condannare le donne teans a operazioni più evasive, a come lui non tollera si possa avere rispetto verso i gay o su come le pornostar ungheresi di sentiranno più rispettate se si vietano i Pride:



Ma la decenza gli è sconosciuta? Davvero sogna che le due figlie siano condannate al fondamentalismo ungherese che tanto piace ai fascisti? Lo sapranno le sue figlie che lui le reputa affette da «un deficit di capacità cognitiva» per cui le reputa incapaci di percepire la loro natura contrariamente a quanto sostiene la scienza?

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Nella foto: l'"avanguardia" secondo Adinolfi.
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