Adinolfi e Pillon difendono la legge anti-gay ungherese: «È di buon senso»


Il senatore leghista Simone Pillon plaude alla legge ungherese contro la fantomatica "propaganda gay" che Orban ha importato direttamente dalla Russia del loro amato Putin, definendola «di buon senso» e lamentando che «i media di regime insorgono, parlando di schiaffo alla democrazia, vergognosa censura, omofobia».
Insomma, oltre a difendere chi picchia i ragazzini per strada, il senatore vorrebbe mettere in carcere tutti i gay e punire chi non si nasconde dai suoi amichetti neofascisti.



Ovviamente Pillon omette di dire che quella schifosa legge dice anche che è vietato parlare di omosessualità, che toglie il diritto di manifestazione ai gay e che si vieterà ai gay di poter partecipare a dibattiti o trasmissioni televisive. Torturerà le adolescenti trans e aumenterà il disagio delle vittime di quell'omofobia di cui lui si fa promotore. Lui è felice perché dei bambini si sentiranno soli mentre lo stato gli dirà che sono "sbagliati".

Anche Mario Adinolfi si dice eccitato come una scolaretta davanti a quella legge liberticida:



Entrambi giurano sui loro figli che il contrasto all'odio sarebbe «liberticida» e che la promozione dell'odio sarebbe «ragionevole». Quindi, che sia Lega o il popolino delle due famiglie, il loro obiettivo è calpestare il diritto all'esistenza altrui. Non gli basta difendere chi ci picchia, vogliono istituzionalizzare l'odio.

Anche il consigliere fascista Fabio Tuiach elogia Orban, sostenendo che non si possa essere "cattolici" se non si è omofobi, razzisti e se non si picchiano i gay per strada:





Insomma, lo schifo.
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