Grazie PPV, unica certezza rimastaci nel dramma odierno


Credo di non aver mai scritto un pezzo totalmente elogiativo in vita mia. Mi ha sempre fatto ribrezzo il compiacimento, ma nel caso specifico voglio concedermi il lusso di schifarmi eventualmente di me stesso. Quando ci vuole ci vuole.
Il Padova Pride Village ha vinto.
Non è necessaria la presenza di un avversario per vincere, basta decidere di esserci.
Da esattamente 15 mesi la nostra vita è mutata radicalmente e a farne le spese sono stati soprattutto esercenti commerciali, operatori dello spettacolo e movimenti politici, in particolare quello LGBT, la cui massima forma di espressione e di esistenza (i Pride) è stata per ovvie ragioni proibita.
Potete immaginare lo stato d'animo degli organizzatori del Padova Pride Village, facenti, loro malgrado, parte di tutte le menzionate realtà vessate dall'emergenza sanitaria.
L'estate scorsa, con un grado di tenacia invidiabile, il PPV si è svolto regolarmente nel padiglione fieristico di Padova, riuscendo a garantire calore e divertimento, a dispetto delle sacrosante ma limitanti norme di sicurezza.
Quest'estate però un'altra (inutile) tegola si è pesantemente abbattuta sulla manifestazione: il coprifuoco. Con annessa chiusura delle discoteche, le cazzate viaggiano sempre in coppia.
Caporetto.
Una doccia freddissima sia per il già citato staff sia per il pubblico, vistosi negare ancora una volta e ancora a tempo indeterminato la possibilità di passare i weekend estivi all'insegna del gaio intrattenimento notturno.
A questo punto nemmeno il Pupo dei bei tempi avrebbe osato scommettere 5 euro sulla possibilità di veder sbocciare il Padova Pride Village entro giugno 2021.
Infatti non è sbocciato, è "fiorito". Quasi dal nulla.
Un'idea straordinaria, comunicativamente perfetta, della quale da ex cittadino e attivista padovano sono decisamente orgoglioso.
Immerso nel verde, aperto dal mattino alla sera, improntato sullo spirito di aggregazione, in veste ambientalista.
Dal PPV il messaggio è forte e chiaro: la comunità LGBT c'è, è viva, non vi abbandona mai. In particolar modo mentre nei lovecraftiani palazzi del potere è in discussione il disegno di legge Zan su omotransfobia, misoginia e abilismo.
Vi sarà l'immancabile contributo del circolo locale di Arcigay e del comitato Padova Pride, anch'essi instancabili e onnipresenti sulla scena politica e nelle iniziative socioculturali, anche in periodo pandemico.
Inaugurazione venerdì 11 giugno.

Alessandro Pinarello Michelotto
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