La società civile condanna l'attacco Vaticano alla nostra Repubblica


Se Pillon si dice estasiato a nome della Lega davanti al ferocissimo attacco vaticano alla sovranità nazionale e al loro inaccettabile tentativo di usare la religione per garantire impunità a chi delinque contro i cittadini italiani, il testo della società civile è rimasta inorridita davanti ad una ingerenza inaccettabile ed anacronistica che pare arrivare direttamente da Satana in persona.

Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, dichiara:

L’attivazione della diplomazia Vaticana con l’utilizzo del Concordato per cercare di bloccare l’iter della legge Zan al Senato è un qualcosa senza precedenti nelle relazioni tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, il tentativo esplicito e brutale è quello di sottrarre al Parlamento il dibattito sulla Legge e trasformare la questione in una crisi diplomatica, mettendola nella mani del Governo Draghi per far si che tutto venga congelato. I motivi portati dal Vaticano nella nota diplomatica sono poi agghiaccianti: leggendo tra le parole usate da monsignor Gallagher nella nota ufficiale si capisce chiaramente che il problema non è tanto la legge, ma la Costituzione Italiana, in particolare l’art 3 a cui la legge si ispira, richiamandone i diritti alle libertà e tutele fondamentali dei cittadini. La Santa Sede, ad esempio, vive come un problema il fatto che le scuole private non siano esentate dall’occuparsi di contrastare l’omofobia: vorremmo quindi capire che cosa ci sta dicendo il Vaticano, che le scuole private difendono il diritto ad essere omofobe? La legge altro non fa che richiamare la legge sulla Buona scuola approvata nel 2016, che suggerisce alle scuole di adottare iniziative educative atte a contrastare le discriminazioni, iniziative che comunque non sono obbligatorie, e che sono lasciate alla discrezionalità dei Consigli d’Istituto di ogni scuola, che decidono se e come fare ad affrontare queste tematiche. Confidiamo che il Governo Draghi difenda i principi di laicità che ispirano la nostra democrazia, respingendo al mittente questa iniziativa della Santa Sede, perché si tratta di una ingerenza che supera ogni livello mai raggiunto nei rapporti tra l’Italia e il Vaticano, giocando sull’ambiguità di essere religione e di essere Stato, ambiguità che sarebbe ora di mettere in discussione, cancellando privilegi risalenti a 90 anni fa. Il compito del nostro Paese è quello di tutelare dalle violenze e dalle discriminazioni le cittadine e i cittadini italiani, e questo dovere, a fronte di aggressioni e violenze quotidiane che subiscono le persone LGBT+, non può essere messo in discussione da stati esteri, men che meno da uno stato teocratico come il Vaticano.
Claudio Mazzella, presidente del Mario Mieli, aggiunge:

Il Compito della politica è prendere le decisioni guardando laicamente alla realtà senza le lenti del pregiudizio e dell’integralismo religioso che generano solo odio, violenze e continuano a rafforzare lo status di discriminazione e mancanza di tutele per l’intera comunità lgbtqia+. Una condizione ormai inaccettabile in un Paese civile e democratico che rende ormai l’Italia una delle ultime eccezioni europee in termini di arretratezza e oscurantismo. A pochi giorni dal Roma Pride sentire certe affermazioni ci fa capire quanta strada debba ancora essere percorsa.

Pietro Turano, portavoce di Gay Center, dichiara:

Apprendiamo con preoccupazione e sgomento la nota ufficiale della Segreteria dello Stato Vaticano che condanna la proposta di legge approvata alla Camera contro omotransfobia, misoginia e abilismo come una violazione del Concordato Stato-Chiesa dell’84. Un ricatto diplomatico senza precedenti.
La discriminazione e la violenza verso le persone LGBT (gay, lesbiche, bisessuali e trans) è un fatto trasversale che nasce dall’odio e dall’intolleranza verso una caratteristica fondamentale dell’uomo. È un attacco alla dignità degli esseri umani. Nessuna legge che tuteli chi è vittima può compromettere la libertá, anzi la difende. Nessun articolo di un trattato internazionale può essere messo in discussione da questo principio di diritto, l’unico tutelato dalla proposta di legge contro l’omotransfobia. Se il concordato diventa per il Vaticano uno strumento da impugnare contro una legge di civiltà fondamentale per l’Italia, forse è piuttosto arrivata l’ora di rivedere la legittimità del Concordato. Ricordiamo che il lungo e osteggiato percorso della legge ha già conosciuto compromessi. E’ stato introdotto l’art. 4 che promettendo di garantire la libertà di pensiero, in realtà, legittimerebbe di fatto e per la prima volta posizioni discriminatorie. Inoltre, anche l’articolo 7 è stato rivisto, subordinando le iniziative di informazione e cultura del rispetto contro l’omotransbifobia nelle scuole al consenso genitoriale e all’approvazione del piano formativo, come fossero valori negoziabili, un’offerta integrativa e non indispensabile. Creare occasioni di dialogo, espressione, formazione non limita la libertà di pensiero ma la riconosce e le dà spazio. Per questo chiediamo alla politica italiana di dare un segnale, di riaffermare i principi di uno stato laico e pluralista, includente e non oscurantista.
Ogni giorno la nostra associazione ascolta e aiuta ragazze e ragazzi puniti, rifiutati e colpevolizzati per aver condiviso con gli altri il proprio modo di vivere se stessi, i propri corpi, le relazioni. Abbandonati dalla famiglia, allontanati da amici e compagni, isolati a scuola. storie di diritti compromessi sul lavoro, di attacchi in pubblica piazza, di minacce da vicini, colleghi, sconosciuti. Per questo domani, 23 giugno, in occasione del prossimo Pride, Gay Center ha organizzato un confronto politico con Alessandro Zan (PD) , Alessandra Maiorino (M5S) , Fabrizio Marrazzo (Partito Gay LGBT+), e Pietro Turano (Gay Center) alle ore 18.30 nella Redazione di Scomodo in via Carlo Emanuele I. Chiederemo in questa occasione che la politica italiana non faccia passi indietro e che dia un segnale o eliminado i compromessi che hanno indembolito la legge o se non hanno i numeri approvando quanto prima questa proposta di legge senza ulteriori compromessi.

Sul fronte delle destre, anche GayLib afferma:

Come associazione per la tutela dei diritti delle persone lgbt continueremo la nostra battaglia culturale, sociale e politica contro ogni forma di discriminazione omotransfobica a ogni livello, necessaria anche nelle scuole di ogni ordine e grado, tenendo soprattutto conto del fatto che le notizie di aggressioni e fatti di bullismo a sfondo palesemente omofobico continuano a susseguirsi quotidianamente in tutta la penisola, coinvolgendo purtroppo nel ruolo di vittime e aggressori anche giovanissimi, poco più che bambini, si veda il recente fatto del 12enne bullizzato a Roma da suoi coetanei con gravi offese a sfondo omofobico o il grave pestaggio avvenuta a Torre Annunziata, di cui si ha notizia in queste ore, ai danni di un ragazzo gay aggredito da un branco di sette persone. Ci piacerebbe che la Chiesa esprimesse maggiore pietà e accoglienza per queste vittime, evitando ingerenze a gamba tesa nel dibattito democratico e nel percorso parlamentare delle proposte di legge italiane.
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