Chiuse le indagini sul caso di Malika Chalhy, i genitori rischiano il processo


Se le destre populiste sono tornate a vomitare odio contro Malika Chalhy cavalcando le polemiche per le opinabili spese fatte con i soldi che le erano state donati (ma che, piaccia o non piaccia, ormai erano suoi), la procura ha chiuso le sue indagini e ipotizzano il reato di molestie, di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di violenza privata i genitori della ragazza.
I fatti ci riportano dunque alla realtà: una ragazza è stata cacciata di casa e minacciata di morte dai genitori solo perché lesbica. Se poi si compra una Classe A usata, la violenza subita non cambia e non cambia la gravità dei fatti accertati dai giudici e non da un qualche politico leghista o adinolfiniano che parla sulla base della sua convenienza personale.
La violenza privata riguarda il cambio della serratura da parte dei genitori e l'aver impedito alla ragazza di poter entrare in camera sua a recuperare le sue cose.
E se il Codacons dice di averla denunciata “per la possibile fattispecie di truffa aggravata”, sono i giudici a ribadire che la ragazza era stata lasciata senza soldi, senza vestiti e senza casa, esattamente come raccontato quando è stata avviata una raccolta fondi.
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