Gli insulti di Martino Mora a Raffaella Carrà: «È simbolo del tramonto della nostra civiltà»


Il fondamentalista Martino Mora ha elargito a piene mani il suo consueto odio, vomitando disprezzo e insulti contro Raffaella Carrà.
L'autore della setta di Radio Spada la definisce «incapace di far ridere se non involontariamente», autrice di «balli dionisiaci» e «gaio edonismo godereccio». Dice fosse «anziana e ingobbita», sostenendo abbia abbia avuto «una triste fine umana e professionale». Ovviamente la accusa di satanismo, riprendendo le sterili polemiche del partito di Mario Adinolfi e del camerata triestino Fabio Tuiach, arrivando a dichiarare che lei rappresenterebbe «il tramonto della nostra civiltà» .
Ma dato che Mora è ossessionato dal suo odio omofobico, non trascura neppure di affermare che la Carrà mostrasse un fantomatico «fanatismo pro lgbt dei suoi ultimi anni», evidentemente poco informato sul dato che la Carrà scrisse una canzone dedicata ai gay già nel 2978. Forse il fondamentalista era così impegnato a insultarla da non essersi manco informato.

Il risultato è questa porcheria:



Il trattato di Mora pare testimoniare che la Carrà abbia dato molto al Paese, dato che la ferocia e l'odio che li anima è una chiara prova di come il suo aver sfidato gli stereotipi abbia fatto schiumare di rabbia quei falsi moralisti che si eccitano nel vomitare sentenze contro tutto e tutti. E paiono medaglie gli insulti di un tale che promuove una aberrante idea "civiltà" che dice sia incarnata da Pillon.
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