Mario Adinolfi continua a difendere i crimini d'odio: «Il ddl Zan è una legge fascista al capolinea»


Chissà se Mario Adinolfi pensa che ripetere sempre le stesse cose basterebbe a renderle vere. Perché a noi risulta che i fascisti mandavano al confino i gay e che i nazisti li uccidessero nelle camere a gay, non certo che approvassero leggi contro l'odio.
Eppure lui insiste nel sostenere che i crimini d'odio e l'istigazione alla discriminazione sarebbero "libertà di espressione", contrariamente alle opinioni che il suo partito cerca di censurare inviando diffide o inventandosi accuse di blasfemia. Ed ovviamente non tralascia di dire che il ddl Zan sarebbe "una legge fascista" che lui si augura non possa tutelare i loro figli. D'altronde il loro pastore Carollo assicura che i genitori possano imporre l'orientamento sessuale desiderato ai propri figli, e pazienza se abbiamo poi la testimonianza di bambini che hanno tentato il suicidio perché il loro papà e la loro mamma hanno aderito all'organizzazione importata in Italia dal loro Jacopo Coghe.
Si inventa persino che il ddl Zan voglia introdurre in self id, lamentandosi che non neghi l'autodeterminazione alle vittime di violenza:




Insomma, pare che Adinolfi non sappia far altro che insultare e lamentarsi che poi non potrà più cercare voti sostenendo che i gay debbano essere "curati" dalla loro omosessualità portando sui palchi dei suoi comizi quel Luca Di Tolve che nel suo libro racconta di aver cercato di infettare con l'HIV quanto più gay gli fosse possibile in anni in cui si moriva.
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