Mario Adinolfi si lancia il cadavere di Raffaella Carrà per inveire contro il suicidio assistito e il ddl Zan


Mario Adinolfi non ha perso tempo e si è già gettato sul corpo esanime di Raffaella Carrà nel tentativo di poterne trarre profitto personale. Avviando quelle sue solite polemiche finalizzare a vomitare sentenze di condanna contro chiunque non sia sé stesso o un omofobo dichiarato, scrive:



I fondamentalista insiste nel ripetere istericamente che lui esige che gli altri gli rendano conto di dove muoiono, prosegue imperterrito nello scrivere:



Il fine? Teorizzare che la Carrà sarebbe ricorsa al suicidio assistito e ribadire che lui vuole che le persone possano morire con dignità visto che i suoi elettori esigono che i malati terminali siano fatti soffrire per il loro sadico piacere:



Dato che i cadaveri vanno messi a frutto, Adinolfi ne approfitta anche per tirare il ballo il ddl Zan visto che ogni insulto alle vittime di omofobia si tramuta in soldini che finiscono sul suo conto corrente:





Ed ancora, ci informa che lui esige che gli amici e i parenti gli mandino le fotografie degli ultimi minuti di vita di una grande donna che ha scelto di nascondere al pubblico la sua malattia:



Insomma, l'impressione è di essere davanti a chi molesta un cadavere sperando di trarci un profitto. E dato che le polemiche che offendono la sensibilità altrui portano visibilità sui social, il fondamentalista ha lanciato la medesima polemica anche su Twitter:



I numeri parlano chiaro: speculare sulla Carrà centuplica i commenti ricevuti. E nonostante siano tutti negativi e di gente indignata o schifata, quei commenti portano ad una maggiore visibilità negli algoritmi che, a sua volta, può fruttare non poco denaro.
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