Lamù, dopo 37 anni è stato svelato il mistero della sigla


Non tutti sanno che in Italia c'è un mistero che ha coinvolto centimana di appassionati per anni, ossia chi siano gli autori della sigla di Lamù.
Chiunque abbia vissuto negli anni '80 non esiterà a rispondervi che il cartone animato ha una sigla italiana, nonostante Mediaset abbia lo abbia recentemente riposto con la sigla giapponese, ma non tutti sanno che il problema è che quel brano non può essere segnalato alla Siae perché nessuno sa chi siano gli autori.
Nella prima metà degli anni ottanta, in un proliferare di televisioni private, i cartoni animati giapponesi spopolavano e molte piccole emittenti producevano le loro sigle. Per questo non tutto il materiale veniva registrato su 45 giri. Nel caso di Lamù, il brano non fu neppure mai edito.
L'unica edizione esistente era una registrazione che peraltro veniva sfumata a metà frase, chiudendosi con un «e io tremo perché so…» in cui era del tutto impossibile dedurre il che cosa sapesse il protagonista del brano:


Come se non bastasse, anche nei titoli di coda era del tutto assente ogni riferimento alla sigla e ai suoi autori, motivo per cui alcuni appassionati hanno avviato alcune indagini per cercare di risolvere il mistero, intenzionati a scoprire gli autori e, soprattutto, come continuava il brano.
Qualcuno obietterà che in rete è possibile trovare una versione completa del brano, ma in realtà si tratta di un falso. È stato un appassionato ad aver rimontato quella sigla prelevando la canzone (incompleta) originale e rimontandola sulla musica strumentale della sigla finale, introducendo immediatamente dopo la frase troncata il ritornello, in una sorta di ripresa. Ed è così che il «io tremo perché so…» si perdeva in un rinnovato «scappo, resto, fuggo, torno, chi lo sa?».

Dato che gli autori non si palesavano e che nessuno sapeva chi fossero, gli appassionati iniziarono le ricerche cercando di capire quale rete televisiva avesse prodotto il video. Era stato Odeon TV o Italia 7? Qualcuno fece il nome di Telecapri come probabile curatore dell’edizione del cartone. ma la pista venne abbandonata perché l'avvocato del proprietario, nonché sindaco, dichiarà che loro non ne sapevano nulla. Si contattarono alcuni autori dell'epoca e persino i doppiatori italiani, ma nessuno sapeva nulla.
A quel punto sorsero dei dubbi: chi aveva mai detto che la canzone fosse stata realizzata apposta per il cartone animato? D'altronde il testo non conteneva alcun riferimento al cartone animato, ma solo un generico richiamo alla follia della innamorata e alla stranezza della storia d’amore. E quanti casi potrebbero rientrare in quella casistica? Ma quell'ipotesi non faceva che moltiplicare le ipotesi, creando un numero spropositato di ipotesi, tutte ragionevoli.
Si tornò così ad analizzare i titoli di coda, analizzando i riferimenti ad una società chiamata TBS e una Videorecording S.r.l. che si sarebbe occupato delle sigle. Si coprì così che quell'ultima era diventata una misteriosa SBP S.p.a., mentre nel caso della TBS erano innumerevoli le ipotesi sul significato della sigla: Tele Broadcasting System o magari Telecapri Broadcasting System? Ma anche quello fu una pista che non portò a nulla, riportando le energie verso il tentativo di contattare tutti i nomi del mondo delle sigle che era possibile raggiungere.
Ci si accorge, intanto, di un altro elemento tutt’altro che ininfluente: nel passaggio dalla pellicola al nastro, le sigle subiscono un’accelerazione. La voce della sigla presa dalla tv non è dunque naturale, ma accelerata di un 4,16%. Alcuni utenti tentarono dunque di rallentare la registrazione per avviare nuovi confronti con la voce di altri autori.

Qualcuno pensò di porre la domanda alla Yamato Video che, proprio in quel periodo stava pubblicando alcune VHS della serie. Ma il risultato fu del inaspettato. Incapaci di rispondere alla domanda, ritirarono la vecchia sigla dal mercato: se nelle prime dieci videocassette usòl la sigla che tutti conoscevano, dalla undicesima e in tutta la successiva ripubblicazione su DVD la casa editrice milanese si sottrasse dai dubbi sul copyright inserendo la canzone originale giapponese.
Proseguono le ricerche e, attraverso contatti e interviste, la pista torna sull'ipotesi che sia stata Telecapri ad importare la serie. E una visura alla camera di commercio conferma: TBS è Telecapri.
Iniziano così le prima ricerche tra gli artisti del passato che avevano realizzato sigle e jingle per l'emittente. Il proprietario dell'emittente dice di ricordare due ragazze che vennero a registrare per conto di Telecapri, ma non si ricordava di un ragazzo o della sigla in sé.
Si scopre così che le bobine col cartone erano inviate a Roma per il doppiaggio ed il missaggio e, magari, era possibile che sigla fosse stata inserita durante quella fase.

Ebbene, risparmiandovi tutte le ipotesi e le piste seguite negli anni, è grazie alla pagina Facebook "Il mistero della sigla di Lamù" che alcuni utenti sarebbero riusciti a rintracciare gli autori del brano. Il cantante principale sarebbe Ciro Dammicco, mentre la seconda voce apparterrebbe a Noam Kaniel, famoso in Francia per la seconda sigla di Goldorak. Il compositore della musica, invece, sarebbe Shuki Levy.

Resta però irrisolto il giallo sul proseguo del brano (“e io tremo perché so…” cosa?) dato che Dammicco non ha saputo riportare il testo e dice che «solo Shuky Levi può forse avere ancora la registrazione visto che lui era l'autore musicale».
Ma dato che un giallo durante 37 anni non può che portare a nuovi dubbi, c'è chi osserva che nel 2007 Dammicco avrebbe negato di essere l'autore del brano, anche se c'è chi obietta che pare difficile che personaggi di fama mondiale possano mentire per attribuirsi brani non loro. Insomma, la questione pare chiusa anche se è probabile se ne parlerà ancora (soprattutto sino a quando non si scoprirà finalmente per quale motivo tremava il protagonista della canzone).
Commenti