Davvero Adinolfi vuol far crede (usando il nome del Papa) che l'aborto abbia a che fare con le comunali?


Mario Adinolfi appare imbarazzante in quel suo continuo abuso della religione a fini elettorali. Se è tutto da dimostrare che si possa definire "cattolico" mentre partecipa ai raduni neo-nazi e fattura sull'odio, è dalla sua paginetta che chiede di essere votato alle comunali perché contrario all'aborto. Peccato che quel tema venga discussi al governo, non certo dai sindaci.
Ovviamente non centellina nelle sue solite condotto morale, starnazzando che le donne che abortiscono sarebbero delle assassini perché lui ha deciso di sua iniziativa di stabilire che l'aborto sarebbe «omicidio». Ma dato che il codice penale dice altro, lui torna in ballo il papa dicendo che quello che dice lui è quello che direbbe anche Papa Francesco:



A questo punto, però, nasce un dubbio. Chi pensa che il divorzio «sia una grave offesa alla legge naturale» come sostiene il catechismo o che &alquo;se il marito, dopo essersi separato dalla propria moglie, si unisce ad un'altra donna, è lui stesso adultero, perché fa commettere un adulterio a tale donna» come afferma la Chiesa, dovrebbe votarlo lo stesso? E chi pensa che fare figli con una seconda moglie sia contro la famiglia in quanto contro i progetti di Dio, dovrebbe «uscire da messa» ed andare a votare il divorziato?
Ma è mai possibile che ad ergersi sommo detentore dei dogmi sia un tale che quei dogmi li ha infranti tutti, dal gioco d'azzardo al peccato di gola, dalla superbia al concubinato. Se vuole essere votato, abbia la decenza di non invocare quei dogmi che lui non ha mai rispettato! Quindi i casi sono due: o credete alla libertà personale e non dovete votare Adinolfi o credete ai suoi dogmi e quindi non potete votare Adinolfi.
Commenti