Il sito dei misogini attacca Gayburg: un'altra medaglia al nostro lavoro


Alcuni giorni fa vi avevamo parlato dei siti che fatturano sull'odio. Ora quei signori hanno voluto confermarci che quanto vi avevamo detto era del tutto vero.
In un rancoroso articolo in cui ogni argomentazione viene sostituito da insulti e asserzioni palesemente inventate, tentano di far credere ai loro lettori che esista un tale Domenico Schiafalà che si proporrebbecome il presunto gay che incita ad odiare i gay. A sua firma, scrivono:

Faccio parte della schiera di quei gay orgogliosamente “reietti”, avendo da tempo revocato a qualsiasi associazione o sito di “informazione” GLBT che sostiene di “rappresentarmi” qualsivoglia autorizzazione o delega in tal senso: e non sono affatto l’unico, anzi. Ho persuaso alcuni a rendersi conto della loro malafede, ma sono molti di più quelli che non c’è stato alcun bisogno di convincere. Da tempo ho fatto quello che dovrebbe essere il primo passo da fare per ogni gay che ha veramente a cuore quei “diritti” di cui questa gente si riempie tanto la bocca: rifiutare di farmi manovrare da questa gente. E da quando l’ho fatto non sono più tornato indietro, anche se questo ha comportato una qualche esclusione sociale. Anzi, ho scoperto che essere odiati dagli impostori è una delle più grandi soddisfazioni: è il trionfo della propria intelligenza. Perché il giorno in cui piaci all’impostore sei rovinato: sei come lui.

Ha impiegato decine di righe per dire che lui si crede furbo perché lui è mal visto dagli altri e ciò lo fa sentire bene. Contento lui. D'altronde sappiamo che esistono le Platinette i Luca Di Tolve, ma il fatto che a supportarli ci siano solo gli adinolfiniani e i leghisti basta a dimostrare come le loro posizioni siamo meno condivise di quelle espresse da associazioni che rappresentano centinaia di miglia di persone che partecipano ai prode. È ovvio che nessuno possa rappresentare tutti, ma è altrettanto ovvio che anche il signor Schiafalà non rappresenti altri che sé stesso.

Quel lungo preambolo serva ad introdurre un articolo diffamatorio scritto da un presunto autore gay (che al suo attivo vanta solo un articolo in cui nega l'omofobia e dice che i gay sarebbero discriminati solo da altri gay e un secondo articolo in cui accusa le associazioni gay di essere "lobby") spacciato come il loro "miglior autore gay" insieme ad accuse di "odio", "hatespeech", "omosessualismo", "omofobia" e "misoginia" che vengono vomitati quasi volessero irridere i diritti civili e le libertà personali di chi è vittima della loro propaganda:



Da notare è anche l'immagine scelta, ovviamente studiata per irridere i gay o per mostre l'immagine che dovrebbe rappresentare il loro Domenico Schiafalà. Contento lui.

In riferimento al nostro post, peraltro basato sull'esposizione di materiale riproposto in modo secco dato che non serviva commentare roba che si commentava da sé, il signorino scrive:

Ogni volta che leggo una fetecchia come questa, scritta da qualche mezza calzetta che asserisce di “battersi per i miei diritti”, ho la conferma che quel passo è stato nella direzione giusta. Il/la gayburger autore/autrice del pezzo, che vede bene di non firmarsi, con un linguaggio sottoadolescenziale da articolessa rifiutata da un brufoloso giornalino scolastico di quelli trasgry e “antisistema”, spara la solita santabarbara di luoghi comuni infarcita delle solite parole chiave dell’indottrinamento mettendo sotto accusa questo sito, "La Fionda". Sito nel quale ho scritto anche io (e di quello che ho scritto non rinnego una sola parola), e quindi di fatto coinvolgendo anche me. Ne avesse tralasciato uno, di luogo comune: “sessismo”, “misoginia”, “maschilismo” (ripetuto 2 volte), “odio” (4), “omofobia” (6)… il solito squallido vocabolario base di una decina di anatemi con cui questi piccoli centri di potere coltivano il proprio orticello. E anche se me ne sono sempre tenuto saggiamente alla larga, so molto bene come funzionano certe dinamiche, so benissimo (visto coi miei occhi) di cosa sono capaci certi dirigenti GLBT pur di mantenere il loro fortino. Alla faccia del loro presunto “resistere” o “lottare” contro chissà cosa, la loro unica attività è l’esercizio del potere di veto, facilissimo da usare: basta dire una parola magica per delegittimare qualsiasi posizione a loro sgradita.

E già qui, oltre ad affermazioni passibili di querela per diffamazione, il signorino si inventa un po' di stupidaggini. Noi non ci battiamo per gente come lui, ci mancherebbe. Però è innegabile che se i suoi amici camerati lo tollerano e non lo lasciano morto in un fosso è solo perché altre persone gli hanno regalato quei diritti su cui lui sputa.
E dato che il signorino parla di "dirigenti lgbt", ci piacerebbe sapere ci che cosa daremmo dirigenti dato che a noi quel ruolo non risulta. Non sarà che vuole far leva sull'idea di "élite" che tanto piace alla propaganda populista? E se lui diffama gente a caso, anche noi abbiamo visto cosa questa gente è capace di fare. Si pensi anche solo a quel Luca Di Tolve che oggi si fa acclamare dai fondamentalisti e dai neofascisti nelle chiese nonostante nel suo libro dichiari candidamente di aver cercato contagiare con l'HIV quanti può gay gli fosse possibile in anni in cui di HIV si moriva. In altri stato quello sarebbe ritenuto omicidio e non finirebbe in prescrizione.

Il signorino Schiafalà, prosegue nei suoi insulti accusandoci di imprecisato "odio" e di "misandria":

Probabilmente a sua volta imbeccato da qualche femminista odiatrice (la contiguità tra le associazioni misandriche e quelle GLBT, per quanto inspiegabile, è purtroppo reale ed esiziale), il gayburger odiatore cita tutta una serie di titoli di articoli de "La Fionda" che però non ha letto. Stranamente risparmia i miei: o forse non tanto stranamente, visto che il sottoscritto è felicemente e assertivamente gay quanto e più di lui/lei (la differenza è il nostro grado di emancipazione personale: io non ho nessun bisogno di delegare alcunché a gente come lui/lei e nulla gli/le devo). Evidentemente non gli conveniva citarmi perché non sarebbe stato funzionale al suo blaterare di “omofobia”. Ora, chiamandomi in causa, dovrà per forza rifugiarsi nell’“omofobia interiorizzata”, quindi per mettermi avanti sul lavoro comincio già in anticipo a sbattermene le palle e a indirizzargli un dito medio.

Se il signorino può anche infilarsi il suo dito medio dove sappiamo, possiamo consolarlo sul fatto che non siamo così masochisti da aver letto tutte le porcherie pubblicate su quel sito. Una semplice ricerca ci ha permesso di verificare le segnalazioni ricevute sulla matrice di quel sito e ne abbiamo dato notizia. Tutto qui. D'altronde che gli articolo siano dieci, cento o mille, poco cambia, visto che bastano due o tre titoli capire la matrice ideologica che c'è dietro.
Curioso è anche il suo sostenere che non avremmo letto quelle schifezze, anche se in vari casi ne abbiamo riportato interi stralci per mostrare quali aberranti teorie venissero sostenute.

A quel punto, il signorino inizia a inventarsi teorie folli, starnazzando istericamente che qualcuno sosterrebbe che i gay non possano essere cattivi. Peccato che a sostenere quella stupidaggine sia solo lui, dato che al massimo la gente si limita a sostenere che l'orientamento sessuale non è alla base dei crimini compiuti mentre spesso è il motivo di aggressioni da parte di omofobi. Ciononostante lui preferisce inventarsi questa surreale teoria:

In sostanza: criticare dati alla mano il lobbismo gay (che, come ho già spiegato qui, non esiste assolutamente... no no, quando mai), quello che porta qualche arrampicatore a cercare campo di atterraggio politico e a fondare un partito in cui sistemare qualcuno per ricompensarlo del suo “attivismo” = OMOFOBIA! Asserire che l’autore di un omicidio è gay = impossibile, i gay sono tutti pacifici, buoni e sensibili e non farebbero male a una mosca, sostenere il contrario è OMOFOBIA! Contestare le risibili e antiscientifiche teorie (no, lo “studio” finanziato da qualche associazione GLBT che può spendere soldi in questa propaganda non conta, è letteralmente carta da cesso) sulla “identità di genere” nate l’altro ieri, e di cui tutti gli attivisti GLBT hanno sempre negato ferocemente l'esistenza (ad esempio qui e qui) = OMOFOBIA! Sostenere che esistono due sessi? = OMOFOBIA E MISOGINIA! Sostenere e dimostrare che il femminismo fa schifo? = MISOGINIA!

In realtà è vero che i sessi sono due, ma i generi sono molto di più. E negare la realtà è un atto più stupido che omofobo, dato che si possono chiudere gli occhi e battere i piedi per terra ma la realtà non cambia. Ed esattamente, su quali basi dice che "il femminismo fa schifo"? Il suo odio per le donne? Il suo far parte di un sito che chiede donazioni da 500 euro per scrivere articoli contro le donne?

Dopo aver scritto decine si stupidaggini, il soggetto ci lancia accuse surreali:

Già che ci siamo poi, aggiungiamoci anche un paio di balle belle e buone, anzi brutte e cattive. Dicono a Gayburg: «[su "La Fionda"] scrivono che i gay sono anormali e pervertiti!». Tanto figurati se le scimmiette ammaestrate che ti seguono ci riflettono un attimo e vanno a verificare. Il problema è che purtroppo i ragazzi più fragili e confusi, in cerca di punti di riferimento e di senso di comunità, cascano nelle braccia di questi squallidi manipolatori, che non vedono l’ora di far credere loro che il mondo è un nemico ma che loro sono la salvezza. Da lì a rilanciare sul negazionismo è un attimo: gli uomini vittime di stupro? Non esistono. Gli uomini vittime di omicidio e di violenza da parte delle donne? Non esistono.

Se non è chiaro che c'entra il suo sostenere che le donne sarebbero brutte e cattive con le accuse che ci rivolge, proviamo a far notare che il virgolettato riportato non esiste (quindi eviti di metterci le parentesi quadre dato che anche il resto se l'è inventato lui).
Noi avevamo semplicemente commentato un articolo di Rita Cascia del 6 Luglio 2021 in cui il sito sosteneva che a rappresentare la "normalità" fosse lo striscione con scritto "W la fic*" esposto dal l'imprenditore omofobo Alessandro De Simoni contro il Pride cittadini. E se si oppone il concetto di "normalità" ai gay, ne consegue che i gay vengano ritenuti "anormali".
La seconda parte del suo falsi virgolettato parrebbe riguardare il nostro aver citato un articolo di Alessio Deluca del 6 Novembre 2020, dal titolo "La Camera approva la legge-truffa sull'omofobia e apre le scuole ai pervertiti". Nel testo tentano di sostenere che l'omofobia non esisterebbe, che le vittime di omofobia si inventerebbero tutto e che nel ddl Zan ci sarebbe «un emendamento che apre la strada alle tematiche gender nelle scuole». A quel punto il signor Deluca asseriva:

Con la sua approvazione avremo esterni alla scuola pubblica che interverranno in classe per insegnare ai nostri bambini che essere maschi eterosessuali (magari pure bianchi) è un male redimibile soltanto votandosi a scelte alternative. Scelte che gli esperti stessi probabilmente illustreranno con ampiezza di prove pratiche, come già accaduto in passato. In merito, Vittorio Sgarbi ha molto efficacemente commentato: "orientare il sesso sotto i 14 anni è pedofilia di Stato", ed è difficile non essere d'accordo.

Bhe, immaginiamo che i "pervertiti" del titolo siano quei gay che loro accusano di essere "pedofili" perché vogliono educare al rispetto i bambini prima che maturino quegli stereotipi che rischiano di renderli elettori di Pillon. Quindi che ci saremmo inventati?

Tornando al nostro Domenico Schiafalà, il suo rancoroso articolo intriso di odio prosegue con un finale da brividi:

Gayburger, chiunque tu sia: io sono un uomo che ama gli uomini; secondo quale corto circuito mentale io dovrei stare dalla parte di qualcuno che come te li odia, li accusa, ne nega la sofferenza? Io sono gay, e tu hai offeso me pesantemente. Tu hai offeso uno di quelli che pretendi di rappresentare, hai cercato di zittirmi con un processo sommario nel tribunale del web: alla faccia della tua pretesa di darmi voce. Ma non ti vergogni? Tu hai offeso gli uomini, ovvero la stragrande maggioranza di quelli che (purtroppo) ti leggono e di quelli che da essi sono amati. Hai confermato ancora una volta che i gay devono guardarsi prima di tutto dai politicanti come te, dalla tua aggressività, dalla tua malafede, dal tuo astio, dalla divisa mentale con cui ti contrapponi ai deboli, alle minoranze all’interno delle minoranze. Non io, non noi, ma tu dovresti tacere adesso: ti sei fatto forte, vigliaccamente, della tua autocertificata situazione di “oppresso” per ergerti a giudice. E soprattutto: cosa hai risolto? Hai fatto il tuo compitino? Hai fatto il favore a chi ti ha commissionato questo compitino e hai scatenato qualche hater in più su questo sito? Sai quanto cazzo ce ne frega: we will survive.

Al nostro caro mistificatore misogino ci permettiamo di dire solo due parole. Carissimo il nostro signorino Domenico Schiafalà, a noi non può fregarcene di meno se magari ti ecciti a masturbarti davanti alla fotografia di Pillon o se provi eccitazione quando qualcuno ti chiama "froc*o". Tu puoi fare quello che ti pare, ma noi abbiamo il diritto di poter dire che l'odio è un crimine e che il contrasto alla discriminazione è sacrosanto. Non sei d'accordo, fatto tuoi.
E non permetterti di inventarti che noi ti rappresenteremmo, dato che Gayburg non ha mai sostenuto di rappresentare nessuno. Se tu pretendi di poter essere libero di dire che sottomettere le donne sia bello, noi rivendichiamo il diritto di poter sire che quel tuo pensiero ci fa schifo. E sai quanto ce ne frega a noi se tu ti senti "offeso" da chi non ti accomuna alla pedofilia come i tuoi amichetti del tuo sitarello. Ce ne faremo una ragione. Anzi, l'opinione di chi gestisce un sito che attacca l'incolumità fisica delle donne ci interessa meno di zero.
Ogni inulto, offesa o frase vomitata da gente come voi è una medaglia, perché sapere di aver fatto arrabbiare dei misogini infervorati contro le donne significa avere riprova di essere dalla parte giusta della storia.

Tra i commenti, il signorino Domenico Schiafalà prosegue nella sua diffamazione, proclamandosi come il gay che adora mario Adinolfi che ambisce ad una querela per diffamazione aggravata dato il suo definirci "stronzi" in un atto che pare di rilevanza penale. Citando gli slogan di Silvana De Mari, scrive:



Non vi fa quasi pena l'autore di un post che si auto-commenta dato che nessuno pare cagarselo? E dato che magari saranno i giudici a domandarglielo, ci può dire in quale occasione avremmo parlato a suo nome? Perché se è un fatto che non si è mai verificato (come risulta a noi), saremmo di fronte anche ad un caso di calunnia.
E vogliamo parlare di quanto sia pietoso il suo tentativo di auto-proporsi come il cliché del gay che pensa solo agli uomini nudo in modo da giustificare i peggiori stereotipi degli omofobi? Il tutto, ovviamente, sempre ammesso che questa persona esista davvero, che sia davvero gay e che non ci si trovi davanti all'ennesimo poveraccio che si finge gay per fare becera propaganda. D'altronde la biografia pubblicata sul sito pare quasi una barzelletta:

Domenico Schiafalà, gay “reietto”, ufficialmente ricercato da tutta la gaypolizia del Paese per la sua resistenza irriducibile all’indottrinamento delle associazioni GLBT. Persino il suo compagno ignora la sua identità segreta: vive in un luogo imprecisato del Nord Italia e non dichiara la sua età, cedendo lui stesso a uno stereotipo di civetteria gay. Rifiuta ostinatamente di riconoscersi nelle pseudo-rivendicazioni dei politicanti GLBT e denuncia pubblicamente la malafede della loro indignazione, tesa in realtà alla conquista di posti al sole e non di diritti già da tempo pienamente acquisiti. Si gode quel mondo a colori che i torvi attivisti arcobaleno dipingono plumbeo e disperato a milioni di suoi simili rendendoli infelici, insicuri e vulnerabili a tutto.

Nonostante la propaganda anti-gay vomitata da chi dice che il gay felice sarebbe triste in quanto bisognoso di omofobia, il suo nome compare anche un articolo apparso sul predecessore dell'attuale sito misogino, nel quale il signorino scriveva:

C’è un rapper che si fa chiamare Junior Cally, del quale fino a qualche giorno fa nessuno sapeva l’esistenza. Finché non si è macchiato della maxima culpa di essersi espresso “sulle donne” senza rispettare l’obbligo di apologia che vige quando si nominano gli Esseri Superiori. Giubilo delle censore fallofobiche: e vai, abbiamo trovato il nuovo nemico! Meno male, perché come misoginorazzistaomofobofascistaeccetera Salvini iniziava ad essere un po’ logoro e cominciavamo ad essere un po’ a corto di obiettivi da additare alla pubblica riprovazione.

Ma davvero questo signore definisce le donne come «fallofobiche» e non prova disgusto per sé stesso? E che dire della violenza disgustosa che esprimeva in quell'articolo mentre urlava in faccia ad una donna donna sfregiata con l'acido che lui esige che non denunci l'accaduto?

Chiude l'analisi dell'operato questi "signori" la richiesta di denaro che accoglie i visitatori di quel sito che commercia in misoginia ed omofobia:



I casi sono due: o le denunce sono infondate come dicono loro e dunque quei soldi non gli servono, oppure dei giudici per le indagini preliminari hanno rilevato reati nei loro scritti e dunque saremmo davanti a chi chiede di finanziare un'attività potenzialmente illegale.
Il link di romanda ad una pagina in cui tale Davide Stasi si lamenta di come La Repubblica e Le Iene abbiano attaccato il suo blog "Stalker sarai tu" incentrato su una retorica contro le donne e di come i magistrati abbiano dato ragione. Racconta così di aver sospeso il blog per aprine uno nuovo, ovviamente sempre incentrato sul suo astio verso le donne. Inizia così a piagnucolare che una ex giudice onoraria lo abbia querelato per diffamazione, seguita da una onlus e da un privato cittadino che si sono sentiti diffamati dai suoi scritti. Ovviamente insulta la procura, insulta i giudici e ci dice che lui non riuscirebbe a comprendere perché compie atti ritenuti contrari alla legge debba risponderne. E dunque chiede soldi dicendo che «la possibilità di venire condannati, specie a queste condizioni di pseudo-giustizia, implica anche il versamento di risarcimenti in denaro ai "danneggiati"».
Il signorino non si risparmia neppure dal prendersela con le donne e con i gay, starnazzando istericamente che per rispondere dei reati eventualmente commessi «non ricevendo fondi pubblici e non essendo né un centro antiviolenza, né omosessuali che si lamentano in pubblico di essere stati cacciati da casa» ha bisogno dei soldi dei misogini. Il motivo per cui mendicare lo costringa a dirsi omofobo e misogino pare evidente: lui vende quella roba lì ed è solo sull'odio che può fare cassa.

Interessante è anche il passaggio in cui sostiene che «la procura di riferimento, quella di Genova, come si è visto, pare molto zelante nel martellare su chi legalmente rappresenta questo sito». E qui qualcosa non torna: o gli articoli li ha scritti lui e dunque non avrebbe senso la polemica, o gli articoli li ha scritti l'autore indicato. Ma in quel la responsabilità penale sarebbe dell'autore e non del rappresentante legale del sito. Se invece la responsabilità cade su quest'ultimo, l'unica spiegazione è che non si è fornito alcun nominativo giuridico a cui attribuire quegli scritti. Quindi non sarà che la pluralità di autori non sia così vera come lui sostiene? Lo scopriremo, dato che è molto probabile che la Procura accerterà quell'aspetto.
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