Mario Adinolfi e «gli amici di Salvini che fanno i festini gay drogati fino a sbroccare con i ragazzini stranieri affittati come mignotte»


Credibile quanto una moneta da tre euro, Mario Adinolfi ci racconta oggi l'improbabile storiella di un taxista che lui avrebbe convertito alla sua omofobia. Ed ovviamente attribuisce a quella figura mitologica tutte le parole più indegne espresse nel suo proclamo elettorale.

Si inizia con il fantomatico taxista che dice che gli «piaceva Salvini perché sotto casa ho i pusher, ragazzini stranieri che spingono la droga nel quartiere». Poi, sostenuto che gli stranieri sarebbero tutti spacciatori come sostengono anche quei nazisti che invitano Afinolfi ai loro festini, si passa a parlare di «amici de Salvini che fanno i festini gay drogati fino a sbroccare con i ragazzini stranieri affittati come mignotte».
Il problema è dunque che un maschio si prostituisca mentre Adinolfi è solo per la prostituzionefemminile? Forse, dato che in passato prometteva che lui avrebbe consigliato a sua figlia di prostituirsi. Ma ben più chiaro è come come Adinolfi guardi all'elettorato fascista, indicando nel burino col padre fascista che vota Salvini il suo target:



Adinolfi inizia così a dire che lui avrebbe spiegato al taxista burino che dev'essere ritenuto preferibile sia la mafia a gestire il traffico delle droghe leggere o che qualcuno voglia uccidere suo padre. Ovviamente il tema dell'eutanasia viene falsificato e mistificato in modo indegno, dato che la teoria sostenuta da Adinolfi è aberrante: dice che se suo padre fosse stato terminale e avesse chiesto di morire, lui avrebbe impedito la sua volontà nel nome dell'egoismo di chi preferisce che altri soffrano piuttosto che accettare la perdita di un affetto. Praticamente siano dinnanzi a chi vorrebbe promuovere la sadica tortura dei genitori!



Sostenuto che il suo taxista penserebbe che Zan si sottragga alle carnevalate adinolfiniane, guarda il caso, esattamente come diceva solo Adinolfi. Ed è stupefacente che il taxista lo abbia elogiato per asserzioni che solo un suo sfegatato fan avrebbe conoscere. Ma ovviamente ci crediamo quel tassista esista davvero e che non sia Adinolfi ad essersi inventato una storiella per evitare denunce penali.
Poi, inventarsi tante altre bugie e mistificazioni, torna ad attacca i matrimoni gay, i diritti delle donne e il contrasto ai crimini d'odio:



Ovviamente tira in ballo la religione, dicendo che lui cercherebbe potere per "fede" e non perché gli è andata male col suo primo partito sciolto per assenza di voti, con i suoi libri che nessuno legge, col giornaletto che nessuno comprava e con quella sua pubblicazione sul poker che è stata chiusa anni fa:



Ma Adinolfi non era quello che parlava di "sciacallaggio indegno" contro Morisi prima che uscisse l'ipotesi che fosse gay? E perché criminalizza il presunto orientamento sessuale e non quella propaganda che ora cerca di usare a proprio vantaggio dicendo che i ragazzini stranieri cercherebbero di vendere droga ai nostri figli?
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