Mario Adinolfi tenta di fare l'avvocato d'ufficio di Morisi

Mario Adinolfi si dice dispiaciuto che il creatore della "bestia" di Salvini risulti indagato per spaccio droga. Ma dato che ogni suo discorso finisce col parlare sempre e solo di sé stesso, dice che la sua "esperienza" lo porta a dire che la metà dei politici si drogherebbe. Ma ovviamente non fa nomi, dicendo che dovremmo credergli sulla parola.

Il discorso viene ovviamente banalizzato e portato ad una generica condanna di chi di droga. Peccato che il problema di Morrisi è che lui campava pubblicando questa roba qui:

Non è la prima volta che Adinolfi non capisce (o finge di non capire) i fatti. Già quando difese il leghista omofobo che limonava con altri ragazzi a Mykonos tentò di puntare l'attenzione sui baci e non sull'ipocrisia.
Non va meglio con il suo dispersare accuse di "sciacallaggio" contro chi dello sciacallaggio ha fatto il suo mestiere, dato che fu Morisi a pubblicare sui social la citofonata del suo "capitano" al ragazzo minorenne a cui chiese: "Scusi, lei spaccia?". E quello che oggi dice che chi "sciacalla" il povero sciacallo sarebbe indegno non è forse lo stesso Adinolfi che scriveva post di sciacallaggio sulla cuccia del cane della Cirinnà?


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