Ddl Zan, gli ignobili titoli dei quotidiani di destra che irridono le vittime di discriminazione


L'Italia resterà senza una legge contro l'omofobia per chissà quanti altri anni, tanto sono solo 28 anni che le destre cercano di impedire una legge di civiltà e magari faremo in tempo ad essere trasformati in una colonia russa prima che ciò accada.
Oggi quasi tutti i quotidiano hanno dedicato spazio ai franchi tiratori che hanno ucciso la legge contro l'omotransfobia, la misoginia e l'abilismo. La Repubblica titola "I Diritti possono attendere. Voto segreto, addio al DDL Zan" mentre Il Corriere scegli un più coinciso "Omofobia, affossata la legge" mentre Il Manifesto cita un capolavoro di Mike Leigh del 1995 titolando “Segreti e Bugie”. Il Il Fatto Quotidiano ha scelto un “Affossato il DDL Zan, fondata la maggioranza di destra-Iv” mentre La Stampa parla di “Parlamento dei diritti negati”. Il Resto del Carlino sottolinea gli indecenti applausi tra i banchi delle destre: “Come allo Stadio, senato diviso in curve”. Domani ha optato per un semplice: “Vergognatevi”

Ovviamente i quotidiani di estrema destra si dicono felici per l'accaduto, con Il Giornale che titola: “Fine del delirio gender” mentre delira su una fantomatica “legge liberticida”. Il quotidiano di Belpietro opta per un patetico “Affondata la legge bavaglio, psicodramma tra Letta e il Pd” prima di parlare di di “gendarmi del pensiero”.
E dato che la destra salviniana ama il bullismo e adora insultare le vittime di violenze, Libero mostra la sua solita indecenza nel titolare: “Piange il Pd. Che bello”. Segue poi un aberrante editoriale di Vittorio Feltri in cui scrive: “indiscutibile, i sessi sono due”.

Ne emerge un dato evidente: l'odio omofobico è ormai parte integrante della propaganda delle destre e l'avversione dei loro giornali contro la civiltà e la decenza è prova di quelle sia il baratro etico e valoriale in cui Salvini e la Meloni vorrebbero trascinare il Paese. Non pare infatti normale che un quotidiano possa dire che "è bello" togliere diritti alle vittime di odio perché loro vogliono far dispetto alle sinistre.

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