Discriminazione sessuale. A Perugia dieci omofobi risultano indagati per i loro commenti contro il Pride


Nel giorno in cui Pillon cercherà di compiacere i suoi finanziatori russi cercando di affossare il ddl Zan ed impedire ogni contrasto ali crimini d'odio contro le persone lgbt, nella sua Perugia saranno dieci le persone che finiranno davanti ai giudici per aver scritto commenti omofobi sui social.
I fatti risalgono al febbraio del 2019 quando gli imputati inondarono i post che parlavano del Gay Pride con insulti che frasi che i giudici reputano costituiscano il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, in relazione alla persecuzione per motivi di genere sessuale. Alcuni indagati devono anche rispondere dell’accusa di diffamazione.

«Mediante il proprio profilo Facebook –scrive il pm in uno dei capi di imputazione– in relazione a un post pubblicato sulla pagina di Umbria24 con cui si condivideva il link della manifestazione "Pride Parade 2019 intitolato Perugia, torna la gaia invasione contro discriminazioni e nuovi fascismi", commentava istigando alla persecuzione per motivi di genere sessuale e minacciava gravemente l’associazione Omphalos». C’è anche chi ha «esaltato pubblicamente i metodi del nazismo».
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