Sara Reho: «Giurare che tutti i gay sono pedifili è libertà di opinione»


Sara Reho, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, pare un disco rotto nel definire «opinioni» le offese e gli insulti vomitati dal suo capo. In particolare, attacca Marrazzo e ci racconta che non servirebbe alcuna legge contro l'omofobia dato che un professore di Perugia è stato condannato per aver picchiato uno studente etero dopo avergli rivolto insulti omofobici. Peccato non dica che a quel professore non siano state riconosciute aggravanti per la matrice d'odio del reato, come pare ovvio che i crimini previsti dal ddl Zan prevedano già pene visto che le aggravanti si applicano solo ai reati penali.
Dice poi che la pena sentenziata contro un professore che picchia gli studenti etero debba legittimare gli insulti omofobi detti in classe o saremmo davanti ad un «reato di opinione». Una «opinione» che Adinolfi teorizza debba permettergli di potersene andare in giro a dire che i gay sarebbero pedofili senza essere chiamato a rispondere in tribunale di quella immane cazzata finalizzata all'istigazione all'odio.

Tra insulti e offese, difende quel suo Adinolfi che cerca di produrre odio accostando omosessualità e pedofilia, asserendo che inventarsi teorie tanto infamanti sarebbe un'offesa alla loro prepotenza. Dice che sia giusto non si possa querelare chi diffama interi gruppi sociali, soprattutto se lei può querelare chi dovesse sostenere che la presenza di don Inzoli ai loro comizi sia testimonianza di come i seguaci di Adinolfi siano inclini a commettere stupri minorili. Al solito, vuole privilegi e chiede che alle sue vittime sia negato il diritto alla difesa.

Ed è così che scrive:



No, cara la nostra Sara Reho. Accusare onesti cittadini di essere dei pedofili sperando di farci dei soldi non è "libertà di opinione", ma un grave peccato che grida vendetta davanti a Dio ed un crimine che dovrebbe essere reso perseguibile.
E se la Reho ama negare ogni singola aggressione omofoba, surreale è come accusi gli altri di "inventarsi" casi anche davanti a sentenze che confermano ogni dettaglio della vicenda. Inoltre inveisce contro il ddl Zan nonostante il post citato sottolinei come la norma non basterebbe a rendere punibili i discorsi d'odio del suo venerato Adinolfi.
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