Adinolfi vede «fascismo» in chi contesta Signorini


Mario Adinolfi non ha visto fascismo al festino neonazi a cui era stato invitato in difesa dei crimini d'odio, ma dice di vedere «fascismo» nel diritto di critica di chi cotesta le parole di Alfonso Signorini contro l'aborto.
Come prassi della propaganda fascista, il pokerista dalle molteplici mogli cerca di suscitate paura dicendo che qualcuno avrebbe «assaltato» e «mangabellato» il conduttore, peraltro ricorrendo ad un chiaro riferimento alla terrorista fascista che ha partecipato ai raid squadristi di Roma durante le protestedei fascisti no-vax.
Ovviamente dice che il solo pensare che la donna non vada obbligata con la forza a fare quello che dice lui sarebbe un'offesa al «cristianesimo» perché i diritti civili sarebbero «da talebani».
A quel punto ci butta in mezzo pure il ddl Zan, starnazzando che il contrasto ai crimini d'odio sarebbe un affronto a chi discrimina dato che lui e alcuni gruppi fascisti teorizzano che il cristianesimo sarebbe sinonimo di omofobia.

Il risultato è questa indecenza:



Peccato che sia molto opinabile il suo definirsi "cattolico" o il suo sostenere che lo sarebbero le sue pretese. Non si capisce neppure dove vedrebbe censure dato che da anni campa scrivendo qualche scrive, come non sembra capire che Signorini può dire ciò che vuole, ma in democrazia è lecito criticare le sue tesi. Se Adinolfi vuole vietare la libertà di espressione, almeno non si renda patetico contrapponendosi ai talebani.
Fantastico è anche il suo auto-citarsi come fonte delle sue tesi, on quel suo egocentrismo che lo porta ad odiare chiunque non sia espressione delle sue pretese liberticide. Ed è strepitoso come riesca a non vergognarsi di sostenere che punire i crimini d'odio significherebbe «mettere in carcere gli oppositori» mentre accomuna Zan a Mussolini in difesa dei fascisti che picchiano a sangue i figli degli altri.
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